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AMIODARONE
GNR 200 mg compresse
AMIODARONE
GNR 150 mg/3 ml soluzione iniettabile per uso endovenoso
Una
compressa contiene:
Principio
attivo: Amiodarone cloridrato 200 mg
Una
fiala contiene:
Principio
attivo: Amiodarone cloridrato 150 mg
Compresse
Soluzione
iniettabile per uso endovenoso
Terapia
e prevenzione di gravi disturbi del ritmo resistenti alle
altre terapie specifiche: tachicardie sopraventricolari
(parossistiche e non parossistiche) extrasistoli atriali,
flutter e fibrillazione atriale.
Tachicardie
parossistiche sopraventricolari reciprocanti come in corso
di Sindrome di Wolff-Parkinson-White.
Extrasistoli
e tachicardie ventricolari.
Compresse:
Trattamento profilattico delle crisi di angina pectoris.
La
soluzione iniettabile deve essere utilizzata quando è
richiesta una risposta rapida o quando la somministrazione
orale non è possibile.
Vedere
anche il paragrafo 6.6 (Istruzioni per l’uso).
L’
Amiodarone ha peculiari caratteristiche farmacologiche
(assorbimento orale del 50%, estesa distribuzione tissutale,
lenta eliminazione, ritardata risposta terapeutica per
via orale) ampiamente variabili da individuo ad individuo;
per questo la via di somministrazione, il dosaggio iniziale
e quello di mantenimento debbono essere valutati caso
per caso, adattandoli alla gravità dell'affezione
e alla risposta clinica.
Nei
casi in cui la terapia venga iniziata pervia orale, il
dosaggio medio iniziale consigliato è di 600 mg
al giorno fino ad ottenere una buona risposta terapeutica,
in media entro due settimane. Successivamente la dose
può essere gradualmente ridotta fino a stabilire
la dose di mantenimento abitualmente compresa tra 100-400
mg al giorno.
Quando
sia difficile stabilire una soddisfacente dose giornaliera
di mantenimento, si può ricorrere ad una terapia
discontinua (es. 2/3 settiane al mese o 5 giorni a settimana).
Infusione
endovenosa:
Dosaggio
di carico: la posologia è di 5 mg/kg esclusivamente
in 250 ml di soluzione glucosata al 5%, somministrata
in un intervallo di tempo compreso tra 20 minuti e 2 ore.
La velocità di infusione deve essere adattata ai
risultati. L’effetto terapeutico compare entro i
primi minuti e poi diminuisce progressivamente, quindi
si deve effettuare un’infusione successiva. Dosaggio
di mantenimento: da 10 a 20 mg/kg nelle 24 ore (generalmente
600-800 mg/24 ore e fino a 1200 mg / 24 ore) in 250 ml
di soluzione glucosata al 5% per pochi giorni.
Iniezione
endovenosa (vedere anche paragrafo 4.4 – Speciali
avvertente e precauzioni per l’uso):
La
posologia è di 5 mg/kg, la durata dell’iniezione
deve essere non inferiore a 3 minuti. Non aggiungere nessun
altro prodotto nella siringa.
Dopo
aver ottenuto una soddisfacente risposta clinica, si consiglia
di passare il più rapidamente possibile alla terapia
orale.
Trattamento
profilattico delle crisi di angor:
Attacco:
600 mg al giorno per circa 7 giorni.
Mantenimento:
100-400 mg al giorno o in maniera discontinua (5 giorni
a settimana o 2/3 settimane al mese).
Terapia
concomitante: Per i pazienti che assumono amiodarone
in concomitanza a inibitori dell’HMG-CoA reduttasi
(statine), (vedere paragrafi 4.3 – Speciali avvertenze
e precauzioni per l’uso e 4.5 – Interazioni
con altri medicinali ed altre forme d’interazione).
Ipersensibilità
nota verso i componenti del prodotto e sostanze correlate
dal punto di vista chimico o allo iodio. Bradicardie sinusali;
blocco senoatriale; disturbi gravi di conduzione, senza
elettrostimolatore (blocchi atrio-ventricolari gravi,
blocchi bi- o trifascicolari): in questi casi la soluzione
iniettabile può essere utilizzata in unità
specializzate e tramite stimolatore extrasistolico; malattia
sinusale senza elettrostimolatore (rischio di arresto
sinusale); collasso cardiovascolare, ipotensione arteriosa
grave; associazione con farmaci in grado di determinare
"torsades de pointe" (vedere "Interazioni"). Distiroidismi
o antecedenti tiroidei.
Nei
casi dubbi (antecedenti incerti, anamnesi tiroidea familiare)
fare un esame della funzionalità tiroidea prima
del trattamento.
L’iniezione
endovenosa è controindicata in caso di ipotensione,
insufficienza respiratoria grave, miocardiopatia o insufficienza
cardiaca ( rischio di peggioramento).
Generalmente
controindicato in gravidanza, a meno di casi eccezionali,
a causa degli effetti negativi del farmaco sulla tiroide
del feto e allattamento (v. paragrafo 4.6.).
L'Amiodarone
può provocare manifestazioni collaterali di frequenza
e gravità diverse.
Le
manifestazioni osservate con maggiore frequenza non giustificano
la sospensione del trattamento (vedere "Effetti collaterali").
Tuttavia sono stati segnalati effetti collaterali gravi,
in particolare a carico del polmone o lesioni da epatite
cronica. Tali effetti sono rari alle dosi abituali e compaiono
per lo più in relazione all'uso di dosi eccessive.
In
ogni caso la riduzione della posologia o la sospensione
del trattamento dovranno venire considerate in funzione
sia della potenziale gravità dell'effetto collaterale
sia della gravità della forma cardiaca in atto.
Il
farmaco quindi deve essere utilizzato solo dopo aver valutato
accuratamente le condizioni del paziente al fine di valutare
se i benefici attesi compensano gli ipotetici svantaggi;
inoltre il paziente dovrà essere attentamente sorvegliato
dal punto di vista clinico e di laboratorio per poter
cogliere le manifestazioni avverse ai loro primi segni
ed adottare le misure idonee.
Essendo
gli effetti collaterali dell'Amiodarone nella maggior
parte dei casi dose-dipendenti, essi potranno essere evitati
o la loro importanza potrà essere ridotta ricercando
accuratamente una posologia minima di mantenimento.
In
caso di contemporanea prescrizione di altri farmaci cardiologici,
assicurarsi che non esistano interazioni medicamentose
note (vedere "Precauzioni" e "Controindicazioni").
In
caso di offuscamento visivo o di diminuzione dell'acuità
visiva, praticare un esame oftalmologico. La comparsa
di dispnea, isolata o associata a un decadimento dello
stato generale (affaticamento, dimagrimento) impone un
controllo radiologico polmonare (vedere "Effetti collaterali").
Viene
consigliato un esame periodico della funzionalità
tiroidea (T3, T4, Test TRH-TSH) in caso di trattamento
protratto o nei soggetti anziani (vedere "Effetti collaterali").
La
conferma di un ipertiroidismo impone la sospensione del
trattamento che generalmente è sufficiente ad avviare
la guarigione clinica.
In
caso di ipertiroidismo di grado preoccupante, come tale,
o in funzione delle sue ripercussioni a livello cardiaco,
per l'efficacia incostante degli antitiroidei di sintesi,
è raccomandabile il ricorso ad una corticoterapia
decisa (1 mg/kg) e sufficientemente protratta (3 mesi).
Viene
raccomandato il controllo periodico della funzionalità
epatica. In caso di epatomegalia o sospetta colestasi
il farmaco dovrebbe essere tempestivamente interrotto
ed il paziente sottoposto a controllo ecografico. Un aumento
(2-4 volte la norma) asintomatico delle sole transaminasi
non sembra costituire invece indicazione alla sospensione
del farmaco.
Per
questi motivi il farmaco non può essere utilizzato
nei pazienti con evidenti segni clinici e di laboratorio
di epatopatia in atto; nei casi più lievi esso
potrà essere impiegato solo quando indispensabile
e dovrà essere sospeso allorchè si manifesti
un peggioramento del danno epatico.
Si
tenga inoltre presente che nel paziente anziano possono
essere particolarmente accentuati gli effetti dell'Amiodarone
sull'attività cardiaca.
Nel
corso del trattamento è consigliabile evitare l'esposizione
diretta alla luce solare.
In
relazione al ridotto effetto inotropo negativo, l'Amiodarone
può venire utilizzato per via orale in caso di
insufficienza cardiaca.
Per
quanto riguarda l’iniezione endovenosa vedere anche
paragrafo 4.3 – Controindicazioni. L’iniezione
endovenosa è generalmente sconsigliata a causa
dei rischi emodinamici (ipotensione grave, collasso cardiovascolare);
è quindi preferibile, ogni qualvolta sia possibile,
la somministrazione per infusione endovenosa. L’iniezione
endovenosa deve essere limitata alle situazioni d’urgenza
e nei casi in cui le altre terapie alternative abbiano
fallito e deve essere utilizzata solo in Unità
di rianimazione cardiologica e sotto monitoraggio elettrocardiografico.
Non aggiungere nessun altro prodotto nella stessa siringa.
Se si deve continuare il trattamento, passare all’infusione
endovenosa (vedere paragrafo 4.2 – Posologia e modo
di somministrazione).
Ad
evitare gravi reazioni collaterali, non va assolutamente
praticata una seconda iniezione endovenosa se non dopo
almeno 15 minuti dalla prima, anche se quest’ultima
è stata solo di una fiala (rischio di collasso
irreversibile).
Per
l’infusione endovenosa è necessaria prudenza
in caso di insufficienza cardiaca grave (rischio di aggravamento);
miocardiopatia scompensata; insufficienza respiratoria
grave; ipotensione. In ogni caso, la via endovenosa diretta
(bolo) è controindicata in presenza di insufficienza
cardiaca.
Nel
corso di uno studio clinico non ancora concluso è
stato osservato un aumento del rischio di miopatia di
10 volte nei pazienti trattati con simvastatina alla dose
di 80 mg/die e con amiodarone. Pertanto nei pazienti che
assumono amiodarone in associazione a simvastatina, il
dosaggio di Simvastatina non deve superare I 20 mg/die
(vedere 4.5 – Interazioni con altri medicinali ed
altre forme di interazione).
La
possibile interazione di amiodarone con le altre statine
non è nota.
Si
suggerisce comunque una particolare attenzione quando
amiodarone viene somministrato in associazione agli inibitori
dell’HMG – CoA reduttasi (statine).
Tenere
lontano dalla portata dei bambini.
L'Amiodarone
può interferire con alcune sostanze spesso utilizzate
in terapie cardiologiche concomitanti rallentandone il
metabolismo o rendendo i loro effetti più evidenti
a carico del cuore.
Sotto
tale aspetto meritano una speciale menzione quei farmaci
o quelle condizioni (ipokaliemia, farmaci disperdenti
potassio, antiaritmici della classe 1A e altri) che concorrendo
con l'Amiodarone a prolungare l'intervallo QT possano
favorirne l'effetto proaritmico.
Le
seguenti associazioni possono pertanto essere considerate
delle controindicazioni a meno che non siano giudicate
assolutamente necessarie da parte del medico.
Farmaci
in grado di dare -torsades de pointes” (vedere paragrafo
4.3 – Controindicazioni).
Altri
antiaritmici: questa associazione può essere impiegata
solo nei casi di aritmie pericolose per la vita e non
controllabili completamente con un solo antiaritmico.
Si raccomanda in ogni caso uno stretto monitoraggio cardiologico
e un opportuno aggiustamento delle dosi tenendo presente
che l'Amiodarone aumenta i tassi plasmatici di alcuni
farmaci antiaritmici come la chinidina, la procainamide,
la disopiramide e la flecainide.
Farmaci
non anti-aritmici: come vincamina, sultopride, eritromicina
i.v., pentamidina per somministrazione parenterale, poichè
si può avere un aumento del rischo di -torsades
de pointes” potenzialmente letali.
Altri
farmaci cardiovascolari : beta bloccanti, calcioantagonisti
con effetto dromotropo negativo (diltiazem, verapamil)
e/o con effetto sulla ripolarizzazione (bepridil).
Farmaci
che inducono ipokaliemia : es. certi diuretici e lassativi.
Si tenga presente che l’ipokaliemia in generale
può rendere inefficaci o evidenziare le potenzialità
pro-aritmiche dei farmaci antiaritmici. Pertanto l’ipokaliemia
deve sempre essere corretta prima di iniziare la terapia
con Amiodarone; l’associazione con farmaci che inducono
ipokaliemia deve essere pertanto condotta sotto stretto
controllo del livello ematico del potassio.
E’
necessaria cautela nella associazione con: glucocorticoidi
per via generale, amfotericina B per via endovenosa.
Farmaci
IMAO : associazione controindicata.
Poiché
in soggetti cardiopatici è frequente e necessaria
la concomitante somministrazione di digossina (la clearance
della digossina è diminuita) o di anticoagulanti
orali (l’effetto degli anticoagulanti orali è
potenziato) l’associazione con Amiodarone è
consentita procedendo ad un aggiustamento posologico di
tali farmaci controllando frequentemente il tempo di protrombina
e l'ECG (effetti sulla frequenza e sulla conduzione atrio-ventricolare).
L’associazone
con fenitoina e ciclosporine può portare ad un
aumento dei livelli plasmatici di questi: pertanto, è
necessario un continuo monitoraggio clinico ed, eventualmente,
un aggiustamento dei dosaggi di tali farmaci.
In
pazienti sottoposti ad anestesia generale sono state riportate
complicazioni potenzialmente gravi: brachicardia (che
non risponde all’atropina), ipotensione, disturbi
della conduzione, diminuzione della gittata cardiaca.
E’ stato osservato qualche caso di complicazioni
respiratorie gravi, qualche volta ad evoluzione fatale,
generalmente nel periodo immediatamente seguente ad un
intervento chirurgico (sindrome da distress respiratorio
acuto dell’adulto); ciò può essere
correlato ad una possibile interazione con un’alta
concentrazione di ossigeno. Prima dell’intervento
chirurgico si deve informare l’anestesista che il
paziente sta assumendo amiodarone.
Farmaci
metabolizzati dal citocromo P450 3A4: quando tali farmaci
sono co-somministrati con amiodarone, inibitore del CYP
3A4, si può verificare un innalzamento delle loro
concentrazioni plasmatiche che comporterebbe un possibile
aumento della loro tossicità.
L’associazione
di amiodarone con alte dosi di simvastatina aumenta notevolmente
il rischio di miopatia (vedi paragrafo 4.3 – Speciali
avvertenze e precauzioni per l’uso).
La
possibile interazione di amiodarone con le altre statine
non è nota.
Si
suggerisce comunque una particolare attenzione quando
amiodarone viene somministrato in associazione agli inibitori
dell’HMG – CoA reduttasi (statine).
In
gravidanza, salvo casi eccezionali, il farmaco non va
somministrato a causa dei potenziali effetti negativi
sulla tiroide del feto.
Quantità
significative di Amiodarone vengono escrete nel latte
materno; l'allattamento naturale è pertanto sconsigliato
alle pazienti trattate con il farmaco.
La
sostanza non interferisce sulla capacità di guidare
e sull'uso delle macchine.
Apparato
respiratorio: tosse, dispnea accompagnate da segni radiografici
e funzionali di polmonite interstiziale (alterazione della
diffusione alveolo-capillare) che richiede la sospensione
della terapia e la somministrazione di farmaci corticosteroidei.
Apparato
gastro-enterico: nausea, vomito, anoressia, costipazione.
Sono
stati osservati alcuni casi di epatite cronica: l'istologia
é quella di una epatopatia pseudo-alcoolica. Dopo
sospensione del trattamento i valori biologici rientrano
nella norma in qualche mese. In qualche caso eccezionale
l’evoluzione può essere irreversibile (vedere
-Avvertenze”).
Apparato
cardiovascolare: l'Amiodarone come altri antiaritmici
può causare alterazioni del ritmo cardiaco. Gli
effetti osservati (disturbi del ritmo ventricolare, "torsades
de pointe"...) dipendono spesso da una interazione medicamentosa
o sono legati all'esistenza di fattori di rischio preesistenti
(ipokaliemia).
Sono
inoltre stati descritti bradicardia e alterazioni della
conduzione senoatriale e atrioventricolare.
Nota:
Durante
il trattamento con Amiodarone l'ECG risulta modificato
con una morfologia particolare dell'onda T, che evidenzia
l'allungamento della ripolarizzazione, e con l'eventuale
comparsa di un'onda U. Sono segni della attività
terapeutica e non di tossicità e non controindicano
il proseguimento della terapia.
Tiroide:
l'Amiodarone può causare quadri di ipo o ipertiroidismo;
più frequenti sono aumenti del T4, diminuzione
del T3 con aumenti della reverse-T3, aumento del TSH in
pazienti eutiroidei sul piano clinico.
Occhio:
microdepositi corneali, di frequenza pressochè
costante, quando l'impregnazione tissutale è sufficiente.
Abitualmente
asintomatici non controindicano il proseguimento della
terapia.
Eccezionalmente
possono accompagnarsi alla percezione di aloni colorati:
tali sintomi sono strettamente soggettivi e non sono collegati
a danni della vista. Costituiti da depositi lipidici complessi,
i microdepositi corneali sono sempre reversibili dopo
sospensione del trattamento.
Sono
stati osservati eccezionalmente alcuni casi di nevrite
ottica con offuscamento visivo e diminuzione dell'acuità
visiva. Attualmente non è stata ancora evidenziata
una relazione con la somministrazione del prodotto. In
caso di insorgenza di questi sintomi si raccomanda un
esame oftalmologico.
Sistema
nervoso: astenia, tremori, vertigini, parestesie, cefalea,
insonnia, neuropatie periferiche con turbe della sensibilità
e della motilità.
Cute
e annessi: eruzioni cutanee da fotosensibilizzazione.
Melanodermia di colore ardesia delle parti scoperte, che
regredisce lentamente dopo sospensione del trattamento.
Per
via parenterale
-
reazioni locali : irritazione o flebite, questo effetto
può essere evitato ponendo un catetere centrale.
sudore,
nausea e vampate di calore (iniezione endovenosa)
diminuzione
della pressione arteriosa, generalmente moderata e transitoria.
In seguito a sovradosaggio o iniezione troppo rapida,
sono stati riportati casi di ipotensione o collasso.
-
disturbi vari e che si riscontrano eccezionalmente (pochi
casi isolati) sono stati descritti dopo somministrazione
i.v. diretta; shock anafilattico, ipertensione intracranica
benigna, broncospasmo e/o apnea in caso di insufficienza
respiratoria, soprattutto in pazienti asmatici.
Gli
effetti collaterali di minore entità sono spesso
transitori e regrediscono con il passaggio alla dose di
mantenimento.
In
caso di reazioni più gravi sarà necessario
procedere ad una riduzione del dosaggio o alla sospensione
della terapia.
In
caso di assunzione di dosi elevate e per periodi prolungati,
possono verificarsi sintomi da sovradosaggio (brachicardia
sinusale, arresto cardiaco, attacchi di tachicardia ventricolare,
“torsades de pointes”, insufficienza circolatoria,
danno epatico). In questi casi occorre diminuire o sospendere
la terapia. Il trattamento deve essere sintomatico. Non
sono dializzabili nè l’amiodarone, nè
i suoi metaboliti.
Amiodarone,
un derivato benzofuranico di sintesi ad attività
antiaritmica ed antianginosa. Le proprietà fondamentali
dell'Amiodarone sono:
a)
un'attività antiadrenergica non competitiva nei
confronti degli alfa e beta recettori; il meccanismo antiadrenergico
dell'Amiodarone non è stato completamente chiarito.
Per questa sua proprietà l'Amiodarone antagonizza
la tachicardia, l'ipertensione e l'accresciuto consumo
di ossigeno da parte del miocardio indotto dalle amine
simpaticomimetiche; essa spiega in parte le capacità
antiaritmiche e antianginose della sostanza che non si
accompagnano a significative modificazioni della contrattilità
miocardica.
b)
un'attività sul potenziale di azione della fibrocellula
cardiaca consistente in un ritardo della ripolarizzazione
ottenuto mediante un prolungamento del potenziale d'azione
e del periodo refrattario effettivo.
Per
queste sue caratteristiche l'Amiodarone è considerato
un antiaritmico appartenente alla classe III. Gli effetti
dell'Amiodarone sul periodo refrattario e sulla conduzione
intracardiaca si manifestano con un allungamento del tratto
PR e dell'intervallo QT.
Gli
effetti elettrofisiologici dell'Amiodarone ben documentati
a livello del nodo del seno, della muscolatura atriale
e ventricolare e del sistema di conduzione costituiscono
la base farmacologica della riconosciuta efficacia del
farmaco nel trattamento dei gravi disturbi del ritmo cardiaco.
L'Amiodarone
dopo somministrazione orale raggiunge il picco plasmatico
dopo 6-8 ore. L'Amiodarone si distribuisce in molti tessuti;
le concentrazioni ematiche sono basse e l'equilibrio dinamico
si raggiunge non prima di 6 giorni dall'inizio del trattamento.
Anche l'eliminazione della sostanza procede lentamente,
prevalentemente per via biliare.
Dopo
30 giorni dalla sospensione del trattamento l'organismo
contiene ancora dal 16 al 34% della dose assunta. Si calcola
che l'emivita del farmaco si aggiri sui 28 giorni.
Tossicità
acuta: DL50 nel ratto 170 mg/kg i.v., 523 mg/kg i.p.,
3 g/kg os, nel topo 450 mg/kg i.p., 145 mg/kg i.v., 3000
mg/kg os, nel cane beagle 85-150 mg/kg i.v.
Tossicità
cronica: nel ratto dopo 12 mesi di trattamento a dosi
di 50-100-200 mg/kg/die e nel cane dopo 9 mesi a dosi
di 30-60 mg/kg/die, non sono stati rilevati fenomeni di
mortalità, cali ponderali o variazione dei parametri
biologici.
Teratogenesi:
indagini effettuate nel ratto e nel coniglio (dose 100
mg/kg/die) non hanno evidenziato segni di tossicità
fetale.
Compresse
: amido di mais; cellulosa microcristallina; lattosio;
magnesio stearato.
Soluzione
iniettabile per uso endovenoso : acqua per preparazioni
iniettabili; polisorbato 60.
Incompatibile
con aminofillina, eparina, soluzioni di cloruro di sodio.
Vedere
anche il paragrafo 6.6 – Istruzioni per l’uso.
Compresse
: 48 mesi
Soluzione
iniettabile per uso endovenoso: 9 mesi.
Nessuna.
Astuccio
di cartone contenente blisters di 20 compresse
Astuccio
contenente 5 fiale di vetro idrolitico di tipo I corrispondente
alla classe DAB 10 Farmacopea Eur.
Per
quanto riguarda la soluzone iniettabile, a causa delle
sue caratteristiche farmaceutiche, non si devono utilizzare
concentrazioni inferiori a 600 mg/l. Utilizzare, come
diluente solo soluzione glucosata al 5% (isotonica). Non
aggiungere nessun altro prodotto nella soluzione di infusione.
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GNR
Spa –Via Europa, 35 –20053 Muggiò (MI)
20
compresse da 200 mg AIC n. 033200015/G
5
fiale da 150 mg AIC n. 033200027/G
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Dicembre
1999
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2
settembre 2002