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IL SISTEMA RESPIRATORIO
Per trasformare l'energia delle
sostanze nutritive, come lo zucchero, in energia utilizzabile, la maggior
parte delle cellule si servono di un processo biochimico chiamato "respirazione
cellulare".
La produzione di energia per mezzo della respirazione cellulare richiede
un rifornimento continuo di ossigeno e genera, come sostanza di rifiuto,
diossido di carbonio.
Il sistema respiratorio provvede allo svolgimento della respirazione cellulare
prelevando l'ossigeno dall'ambiente ed eliminando il diossido di carbonio
dall'organismo.
Per svolgere queste due funzioni l'atto respiratorio si svolge in due fasi:
l'inspirazione e l'espirazione.
Durante l'inspirazione l'aria ricca di ossigeno entra attivamente nei polmoni grazie ad un movimento di espansione della cassa toracica, la quale aumenta di volume. A questo scopo il diaframma, che in posizione di riposo è a forma di cupola, si appiattisce e contemporaneamente i muscoli intercostali si contraggono e spingono in alto e in fuori la cassa toracica. Insieme a questa si espandono anche i polmoni. Più intensa è l'azione dei muscoli intercostali più aria entra nei polmoni.
L'espirazione, durante la quale
l'aria povera d'ossigeno viene espulsa passivamente, avviene quando i muscoli
e il diaframma, che hanno provocato l'inspirazione, si rilasciano. Ciò determina
una costrizione della gabbia toracica e una contrazione dei polmoni che,
essendo molto elastici, espellono l'aria.
L'aria espirata contiene ancora una certa quantità di ossigeno.
Il ritmo della respirazione è automatico, ma i muscoli coinvolti sono volontari e ogni loro contrazione è stimolata da impulsi nervosi. Questi impulsi si originano nel "centro respiratorio" presente nel midollo allungato. Il centro respiratorio è diviso in due parti addette rispettivamente all'inspirazione e all'espirazione.
Il centro inspiratorio attiva
i muscoli intercostali fino a che esso non viene inibito dai recettori di
distensione presenti nei polmoni. A questo punto interviene il centro espiratorio,
posto più in profondità, che rende possibile l'espirazione.
Inoltre, il midollo allungato contiene neuroni recettori che controllano
la concentrazione del diossido di carbonio nel sangue. Un livello elevato
di diossido di carbonio segnala un aumento dell'attività cellulare e quindi
un maggior fabbisogno di ossigeno. I recettori perciò reagiscono immediatamente
ordinando un'intensificazione del ritmo e della profondità del respiro.
Questi recettori sono molto sensibili: lo 0.3% in più di diossido di carbonio
comporta un raddoppio delle inspirazioni e quindi di conseguenza delle espirazioni.
La frequenza respiratoria, dunque, è determinata soprattutto dalla quantità
di anidride carbonica che è necessario espellere dall'organismo.
Il sistema respiratorio può essere diviso in due parti, adibite rispettivamente alla conduzione dei gas e allo scambio dei gas. La prima consiste in una serie di vie di comunicazione che trasportano aria alla seconda dove avviene lo scambio dei gas con il sangue.
Prima fase: CONDUZIONE DEI GAS
Naso
Generalmente il naso è la prima parte del corpo che viene a contatto con
l'aria inspirata.
Le vie nasali costituiscono la prima barriera all'ingresso di particelle
estranee nel sistema respiratorio.
Al fine di proteggere le vie respiratorie da agenti patogeni estranei e
di agevolare il passaggio dell'aria si svolgono essenzialmente tre fasi:
filtraggio | |
riscaldamento | |
inumidificazione |
Sono le mucose dei cornetti
nasali ad attivare le tre fasi.
La prima fase è agevolata dalla particolare anatomia delle vie nasali che
induce una brusca deviazione del flusso d'aria che entra nelle narici. Tale
deviazione provoca uno "sbandamento" delle particelle di polvere, che terminano
contro le mucose dei cornetti nasali, le quali provvedono ad eliminarle.
La seconda fase avviene in quanto la mucosa nasale, che è fortemente
vascolarizzata (cioè contiene molti piccoli vasi sanguigni in superficie),
rilascia calore.
Nella terza fase le cellule calciformi e le grosse ghiandole presenti
nella tonaca propria della mucosa secernono un muco denso che serve ad umidificare
l'aria atmosferica. Quest'ultima, quando raggiunge la faringe, è
già completamente satura di vapore acqueo e raggiunge valori simili a quelli
della temperatura corporea. In tal modo il naso protegge le vie aeree inferiori
e i polmoni dagli influssi ambientali dannosi e aiuta a prevenire processi
infiammatori broncopolmonari.
Generalmente si immagina il naso come un tetto
ad angolo acuto delimitato anteriormente e posteriormente da una parete
obliqua. Le cavità nasali sono in rapporto lateralmente con i due seni
mascellari che sono ricolmi d'aria, posteriormente con i seni sfenoidali
e il segmento superiore della faringe, inferiormente con il palato duro
e molle ed anteriormente con l'osso nasale e con le cartilagini nasali.
Una parte nasale (setto), in parte ossea ed in parte cartilaginea,
separa la cavità nasale destra da quella sinistra. Solo raramente il setto
nasale è rettilineo, di norma è più o meno deviato da un lato (deviazione
del setto).
Pertanto le due cavità nasali hanno dimensioni diverse e quella più piccola
è quasi sempre la prima che si occlude durante un raffreddore.
Conformazione interna delle
cavità nasali
Dalle pareti laterali di ciascuna cavità nasale sporgono tre processi
ossei posti orizzontalmente e rivestiti da una mucosa notevolmente spessa
che filtra, inumidisce e riscalda l'aria inspirata:
cornetto nasale superiore | |
cornetto nasale medio | |
cornetto nasale inferiore |
I cornetti inferiore, medio e superiore delimitano e formano tre compartimenti, i cosiddetti meati nasali, ognuno dei quali posto al di sotto del corrispondente cornetto, e ricevono lo sbocco delle cavità paranasali e del canale nasolacrimale.
Nel meato inferiore sbocca
il canale nasolacrimale che dà passaggio al liquido prodotto costantemente
dalle ghiandole lacrimali annesse all'occhio, ossia le lacrime, nella cavità
nasale e nella faringe, prima che esso venga deglutito insieme alla saliva.
Un'apertura del meato medio, che è particolarmente ampia, collega
la cavità nasale con la parte superiore del seno mascellare e con
il seno frontale, mentre il meato superiore riceve lo sbocco
del seno sfenoidale. Le piccole cellule etmoidali sono in
collegamento sia con il meato medio sia con quello superiore e, di conseguenza,
con l'ambiente esterno.
La comunicazione dei seni paranasali con l'ambiente esterno, garantita dalla
pervietà dei condotti che sboccano nei meati nasali, mantiene un adeguato
compenso pressorio tra le cavità scheletriche del massiccio facciale e l'ambiente.
Inoltre, essa consente lo scaricamento all'esterno, tramite le vie nasali,
delle secrezioni mucose in eccesso che si formano localmente.
Nella regione del piccolo cornetto superiore è situata la mucosa olfattiva
con un epitelio in cui sono accolte cellule nervose sensoriali che reagiscono
a stimoli chimici che attivano le ghiandole della mucosa olfattiva.
Le cavità paranasali:
Il seno frontale, pari e simmetrico, è situato fra il margine superiore
della cavità orbitaria e la linea mediana. Esso si sviluppa in età infantile
e raggiunge le massime dimensioni nella pubertà.
Altrettanto avviene per il seno mascellare, la più ampia delle cavità
paranasali. Esso è a forma di piramide rovesciata, il cui apice giunge in
vicinanza delle radici dentali.
Poiché il seno mascellare è in rapporto con le cavità nasali solo nel territorio
del tetto, è possibile che le secrezioni di mucosa ristagnino in corrispondenza
della base. L'infezione di tali secrezioni può portare allo sviluppo di
uno stato infiammatorio a carico dell'intera cavità paranasale, cioè alla
cosidetta sinusite.
Il seno sfenoidale, pari anch'esso, è in rapporto anteriormente con
le cavità nasali.
Fra il seno frontale e quello mascellare ha sede l'etmoide, al cui
interno si trova un gran numero di cellule etmoidali che fanno parte delle
cavità paranasali.
Faringe
L'aria introdotta, attraverso le coane, raggiunge il segmento superiore
della faringe (o rinofaringe). La faringe è una camera comune
al sistema respiratorio e a quello digerente in quanto stabilisce una comunicazione
sia con la laringe sia con l'esofago.
Nella faringe si distinguono tre segmenti:
superiore: rinofaringe | |
medio: orofaringe | |
inferiore: laringo-faringe |
Il segmento faringeo superiore
(rinofaringe) è situato immediatamente dietro alle coane.
Qui sboccano le due tube uditive, un sistema che consente la ventilazione
dell'orecchio medio (cassa del timpano). Durante la deglutizione e lo sbadiglio,
la cartilagine delle tube si solleva dalla parete faringea, rendendo possibile
un equilibrio pressorio fra il timpano e l'ambiente esterno. Poiché le tube
uditive sboccano immediatamente dietro al meato nasale inferiore, tumefazioni
della mucosa nasale (raffreddore) possono bloccare tale meccanismo causando
disturbi uditivi. Con la cosidetta "manovra di Valsalva" (espirazione forzata
del naso a glottide chiusa) si ottiene comunque un compenso pressorio.
La volta della faringe accoglie del tessuto linfoide (tonsilla faringea)
che, insieme alle altre tonsille, interviene nel processo di difesa dalle
infezioni.
Il segmento faringeo medio (orofaringe) si trova dietro la cavità orale. Costituisce una via mista per aria e cibo, quindi è, come tutte le porzioni del tratto gastrointestinale sollecitate meccanicamente, rivestita da un epitelio pavimentoso pluristratificato.
A questo scopo le cellule epiteliali possiedono
ciglia vibratili in grado di rimuovere, attraverso il movimento ciliare,
secrezioni e e corpi estranei, quali ad esempio particelle di polvere. Il
movimento cigliare ha luogo sotto forma di onde coordinate e al microscopio
la superficie della mucosa respiratoria appare come un campo d'orzo mosso
da vento. La velocità di tale movimento è notevole: 3-12 mm al minuto.
Fra le cellule dell'epitelio cigliato sono situate cellule caliciformi e,
al di sotto di queste, ghiandole della lamina propria che secernono uno
strato protettivo umido sulla superficie dell'epitelio.
Quindi le ciglia epiteliali trasportano la polvere, insieme al muco, nella
cavità orale, da dove essa può essere deglutita o espettorata. Questo meccanismo
prende il nome di ascensore muco-cigliare.
Il limite tra il segmento faringeo
superiore e quello medio è dato dal palato molle, denominato anche
velo palatino. Si tratta di una lamina muscolare rivestita da mucosa
che anteriormente è in rapporto con il piano osseo che separa le cavità
orale e nasali e che termina posteriormente nell' ugula.
Il palato molle è una valvola che, durante la deglutizione, viene sollevata
da due muscoli ancorati alla base cranica in modo che il rinofaringe, attraverso
cui avviene il passaggio dell'aria, venga chiuso contro l'orofaringe nella
quale passa il bolo alimentare al momento della deglutizione.
Nel segmento faringeo inferiore (ipofaringe o laringo-faringe) la porzione posteriore della lingua (radice linguale) entra in rapporto con l'epiglottide. Tranne che nel caso della deglutizione, la radice linguale è sempre in posizione di protrusione per azione dei muscoli del pavimento orale.
Laringe
L'aria passata attraverso la faringe si immette nella laringe.
All'ingresso della laringe si trova l'epiglottide, un lembo di tessuto
cartilagineo che regola il passaggio dell'aria. Infatti durante la normale
respirazione, l'epiglottide si piega verso l'alto, permettendo all'aria
di fluire liberamente nella laringe. Durante la deglutizione, invece, l'epiglottide
si piega verso il basso, coprendo la laringe e indirizzando il cibo verso
l'esofago e quindi verso il canale digerente.
Affinché le vie aree rimangano pervie anche in caso di forti variazioni
della pressione atmosferica nel distretto cervicale, la laringe necessita
di uno "scheletro", le cartilagini laringee.
Lo scheletro cartilagineo della laringe è costituito dalla cartilagine
tiroidea, dall' epiglottide, dalla cricoide e dalle due cartilagini
aritenoidee collegate fra loro da membrane connettivali e da muscoli.
All' interno della laringe, fra
la faccia posteriore della cartilagine tiroidea e le cartilagini aritenoidee,
si trovano le corde vocali, lamine di tessuto elastico rivestito
da mucosa che vibrano al passaggio dell'aria espirata producendo suoni di
diverse frequenze. Infatti, fra le due corde vocali rimane una fessura più
o meno ampia, la glottide, attraverso la quale avviene il passaggio
dell'aria respirata e grazie alla quale si può svolgere la funzione della
fonazione. Una serie di muscoli trasversali altamente specializzati si mette
in relazione con lo scheletro laringeo. Essi sono responsabili dell'apertura
della glottide e della tensione delle corde vocali. Durante la fonazione
la glottide è chiusa e viene sollecitata dall'aria espirata. Le corde vocali
si spostano sia lateralmente sia dall'alto verso il basso con un movimento
pressoché circolare.
Di conseguenza tanto è maggiore la velocità del flusso d'aria sulla glottide
tanto più forte risulta la voce.
La lunghezza delle corde vocali è anatomicamente prestabilita, circa 2-3
cm. Nell'uomo esse sono più lunghe del 30% rispetto a quelle della donna
e ne risulta una maggiore profondità della voce maschile.
Alla formazione di suoni articolati (vocali, consonanti sonore) partecipano
attivamente sia le corde vocali come strumenti di produzione di suoni, sia
le vie aeree superiori e i seni paranasali come cassa di risonanza, sia
la cavità buccale come strumento di modulazione.
Trachea
Alla laringe segue la trachea, un tubo rigido ma allo stesso tempo flessibile,
le cui pareti sono rinforzate da anelli cartilaginei incompleti.
La trachea è lunga nel suo complesso solo 10-15 cm e generalmente un diametro
superiore ai 2 cm. Essa è costituita da 15-20 anelli cartilaginei
a forma di ferro di cavallo la cui apertura è diretta posteriormente. Fra
i singoli anelli cartilaginei si tende un legamento elastico, il legamento
anulare.
Gli anelli cartilaginei impediscono
alle vie aeree di collassare durante l'ispirazione.
La trachea è indispensabile per consentire uno spostamento della laringe
e dei polmoni durante la respirazione profonda e la deglutizione. All'estremità
inferiore, circa all'altezza della quarta vertebra toracica, la trachea
si biforca in due grossi bronchi che riforniscono d'aria i due polmoni.
Bronchi
I bronchi hanno la stessa struttura della trachea e sono costituiti da altri
5-10 anelli cartilaginei che sono collegati da membrane elastiche e possiedono
una parete posteriore di tessuto muscolare e connettivo.
Man mano che la loro ramificazione
procede, la forma degli anelli cartilaginei diviene sempre più irregolare;
nella parete bronchiale si trovano placche cartilaginee sempre più distanziate
e più piccole.
I bronchi si ramificano in bronchi lobari, zonali o segmentali
e lobulari, nonché in diversi tipi di bronchioli di diametro
decrescente all'interno dei polmoni.
Il naso, la faringe, la laringe, la trachea e gli stessi bronchi e brochioli non partecipano alla seconda fase, quella dello scambio dei gas, ma hanno solo il compito di trasportare aria ossigenata agli alveoli polmonari e di rimuovere da questi l'aria satura di anidride carbonica.
L'effettivo scambio di gas avviene negli alveoli all'interno dei polmoni.
I polmoni
I due polmoni si trovano all'interno della gabbia toracica. A causa della
posizione asimmetrica del cuore, il polmone sinistro è del 10-20% più piccolo
di quello destro.
Il polmone destro è formato da tre lobi polmonari mentre quello sinistro
da due. I tre lobi del polmone destro sono rispettivamente inferiore,
medio e superiore. Il polmone sinistro non presenta il lobo medio, questo
determina un volume decisamente superiore del lobo superiore rispetto a
destra.
Durante la normale respirazione
i polmoni si espandono e si contraggono facilmente e ritmicamente all'interno
della gabbia toracica. Per facilitare questo movimento e lubrificare le
parti che si muovono, ogni polmone è avvolto in una membrana umida e liscia
composta di due strati (la pleura). Lo strato esterno della membrana
è addossato alla gabbia toracica. Tra i due strati esiste uno spazio praticamente
impercettibile (spazio pleurico) che permette agli strati di scorrere
delicatamente l'uno sull'altro.
La più piccola unità polmonare visibile a occhio nudo è il lobulo.
Un lobulo è costituito da uno o più bronchioli, da rami arteriosi e venosi
del circolo bronchiale e da migliaia di alveoli.
Gli alveoli
L'alveolo, delle dimensioni di circa 1/10mm, possiede una esilissima parete
epiteliale intorno alla quale capillari estremamente sottili trasportano
sangue povero di ossigeno.
Nel complesso i due polmoni possiedono circa 300 milioni di alveoli che
gli conferiscono l'aspetto di una spugna porosa. L'enorme numero di alveoli
spiega per quale ragione è indispensabile un sistema bronchiale così ramificato
in grado di distribuire l'aria in modo uniforme in un simile labirinto.
Gli alveoli, distribuiti a grappolo d'uva attorno a un bronchiolo terminale,
sono completamente avvolti da un fittissimo intreccio di microscopici capillari.
Poiché lo spessore delle pareti
alveolari e dei capillari non è mai superiore a quello di una cellula, l'aria
viene a trovarsi vicinissima al sangue circolante. Le cellule epiteliali
degli alveoli sono ricoperte in permanenza da una sottile pellicola liquida,
nella quale i gas possono sciogliersi e diffondere così attraverso le membrane.
Il sangue che irrora gli alveoli è quello pompato ai polmoni dal ventricolo
destro del cuore dopo aver completato il suo giro per tutto il corpo. Esso
è perciò povero di ossigeno (consumato dalle cellule) e ricco di diossido
di carbonio (prodotto dalle cellule).
Il processo chimico dello scambio di gas avviene "per diffusione": una sostanza
"diffonde" sempre da A a B se la sua concentrazione è più
alta in A che in B. Negli alveoli quindi la concentrazione
di ossigeno (100-110mmHg) è più bassa di quella dell'aria ispirata e più
alta di quella del sangue dei capillari circostanti. Nel caso del diossido
di carbonio la differenza è piccola, ma è sufficiente, grazie alla buona
diffusibilità di questo gas, a eliminare l'anidride carbonica prodotta.