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LA POLMONITE
Dott.ssa Francesca Gurnari

Introduzione

Le Infezioni delle Basse Vie Aeree (LRTI) rappresentano ancora oggi una causa maggiore di mortalità nel mondo e la maggiore causa di morte per malattie infettive negli Stati Uniti. Numerosi protocolli e linee guida sono stati proposti (British Thoracic Society, American Thoracic Society, Infectious Disease Society of America, European Thoracic Society, ecc.). Tuttavia bisogna tener presente che nessun insieme di standards può efficacemente adattarsi alla moltitudine di variabili che determinano e condizionano un buon giudizio clinico.
La Polmonite Acquisita in Comunità (CAP) è comunemente definita come "un'infezione acuta del parenchima polmonare, associata ad alcuni dei segni di flogosi acuta, con un infiltrato acuto alla radiografia del torace e reperti ascoltatori conformi ad una polmonite (come alterazioni del M.V. e/o rantoli localizzati) che interviene in pazienti non ospedalizzati e non ricoverati in reparti per lungodegenti per almeno 14 giorni o più, prima dell'inizio dei sintomi". Più sintomi di una LRTI acuta devono essere presenti (almeno 2 secondo la maggior parte degli studi), che includano febbre oppure ipotermia, brividi, sudorazione, tosse di recente insorgenza con o senza espettorato, oppure cambiamento di colore delle secrezioni respiratorie in un paziente con tosse cronica, fastidio toracico o comparsa di dispnea. Molti pazienti hanno anche sintomi non specifici, come stanchezza, mialgie, dolori addominali, anoressia e cefalea.
La polmonite è la sesta più comune causa di morte negli U.S.A. Tra il 1979 ed il 1994 il tasso cumulativo di morti associate a polmonite ed influenza (sulla base dei codici delle diagnosi di dimissione) si è incrementato del 59%. Gran parte dell'incremento è attribuibile ad una maggiore quota di popolazione >65 anni d'età; tuttavia i tassi aggiustati per età sono comunque incrementati del 22%, suggerendo pertanto che altri fattori hanno contribuito a cambiare l'epidemiologia delle polmoniti. Tra questi fattori va considerato il fatto che è in costante aumento la popolazione con problemi medici di base, fatto che pone queste persone ad un alto rischio per infezioni respiratorie.
Ogni anno 2-3 milioni di casi di CAP causano circa 10 milioni di visite mediche, 500.000 ricoveri ospedalieri e 45.000 decessi negli U.S.A.
L'incidenza di CAP che richiedono il ricovero ospedaliero è stimata in 258 casi per 100.000 abitanti e 962 casi per 100.000 per le persone di età >65 anni. La mortalità tra i pazienti ospedalizzati varia dal 2% al 30% nelle varie casistiche, la media è di circa il 14%. La mortalità è stimata <1% nei pazienti non ospedalizzati. L''ncidenza di CAP è più alta nei mesi invernali.


La polmonite è un processo infiammatorio, generalmente a decorso acuto o sub-acuto, che interessa il polmone e che riconosce nella maggior parte dei casi una eziologia infettiva. Si tratta di malattie relativamente frequenti con andamento spesso benigno, soprattutto da quando sono correntemente disponibili per l'impiego terapeutico gli antibiotici.

Esse vengono classificate in:
  • Polmoniti batteriche (contratte per via aerea, ovvero per inalazione)
  • Polmoniti da altri agenti eziologici o "atipiche"

Quelle non batteriche vanno acquistando una notevole importanza epidemiologica, rappresentando attualmente il 50% circa delle infezioni polmonari.
Una polmonite può svilupparsi in un soggetto completamente sano, ma nella maggior parte dei casi sono presenti condizioni che predispongono all'inalazione fino al distretto alveolare di un agente patogeno, limitando in misura variabile i meccanismi di difesa presenti a livello dell'albero respiratorio (riflesso della tosse, alterata efficienza della clearance muco-ciliare, alterazioni chimico-fisiche del secreto bronchiale). Va inoltre ricordato che la compromissione del sistema immunitario che consegue a malattie croniche debilitanti o a trattamenti farmacologici (cortisonici, citostatici, ...) è frequente causa di infezioni, broncopolmonari, in cui risultano spesso coinvolti agenti definiti patogeni "opportunisti".
È importante segnalare come la polmonite è in alcuni casi la complicanza di alcune più "comuni" malattie (polmonite in seguito a morbillo, in seguito a influenza, in seguito a bronchite...).

È invece un capitolo a parte quello riguardante le infezioni polmonari legate ai soggetti con marcata depressione del sistema immunitario per i quali i più importanti agenti patogeni sono rappresentati dal Cytomegalovirus, Pneumocystis carinii (soprattutto nei soggetti affetti da HIV) e alcune specie di miceti tra cui la Candida e l'Aspergillus.

Le più comuni polmoniti batteriche sono quelle da Pneumococco (responsabile della polmonite lobare e comunemente preceduta da una infezione virale delle prime vie aeree), quelle da Stafilococco aureo (è generalmente quella che si manifesta come complicanza di una influenza nel corso delle grandi epidemie influenzali), quelle da Klebsiella pn. (può causare quadri molto gravi con mortalità che può giungere al 30% dei casi), quelle da Pseudomonas aeruginosa (in soggetti defedati, in bambini, o in quanti siano stati sottoposti a protratte terapie antibiotiche). Caso particolare è la malattia dei legionari (Legionella pn.), polmonite con caratteristiche intermedie tra forme batteriche e virali che può instaurare quadri molto gravi sino alla compromissione del sensorio e di altri organi ed apparati.

Le polmoniti non batteriche o "atipiche" sono sotenute maggiormente da Virus (Virus influenzale, Adenovirus, Herpes virus, Virus Respiratorio Sinciziale, ...), Micoplasma pn., Rickettsia, Coxiella bu. (febbre Q), Chlamydia ps., Candida, Pneumocystis carinii, ...

La polmonite può colpire un solo lobo del polmone (polmonite lobare) o interessare più zone (broncopolmonite a focolai isolati o multipli); nelle forme più estese può esservi insufficienza respiratoria, con ipossiemia di grado variabile; in alcuni casi la polmonite può associarsi a versamento pleurico.

Due casi di polmonite batterica esaminate tramite radiografia standard (zona interessata indicata da un cerchio) e TAC (zona interessata indicata da una freccia).



Fattori di Rischio

FATTORI DI RISCHIO PER LA MORTALITA'
I fattori di rischio per l'esito letale di una polmonite erano stati ben definiti nell'era pre-antibiotica; studi negli adulti mostravano una diretta correlazione con l'età, la presenza di spiccata leucocitosi, batteriemia, l'entità dela batteriemia, l'estensione delle alterazioni radiologiche, e l'assunzione di alcoolici. Studi recenti continuano a mostrare che la maggior parte di questi aspetti clinici, inclusi l'età e l'alcoolismo, sono fattori di rischio; è stato dimostrato anche un ruolo determinante di molteplici patologie associate come le neoplasie attive, l'immunosoppressione, le malattie neurologiche, lo scompenso cardiaco congestizio ed il diabete mellito. Anche precedenti episodi pneumonici appaiono essere un fattore di rischio per la letalità.
L'insieme di dati clinici che sono associati ad una più alta mortalità sono la presenza di infezioni causate da bacilli Gram-negativi o Stafilococco Aureo, polmonite post-ostruttiva o da aspirazione. Il consumo di alcool è associato ad una maggiore incidenza di polmonite.
I ricercatori del Pneumonia Outcomes Report Team (PORT) hanno sviluppato un interessante regola predittiva che stratifica i pazienti in cinque classi (I-V) usando un punteggio cumulativo basato su 19 variabili (Tab. 1 e 1bis). Il sistema è stato validato con un'analisi retrospettiva di 38.039 pazienti ricoverati, che mostravano una diretta correlazione tra la classe assegnata e la mortalità. Questo sistema di punteggio è un valido ausilio per la decisione di ospedalizzare il paziente ed un indice prognostico discretamente attendibile, anche se non è esaustivo del giudizio clinico soprattutto riguardo alla terapia.


Tab. 1 Modello di Punteggio predittivo per l'identificazione dei pazienti con alto rischio di mortalità per polmonite acquisita in comunità. Questo modello non sostituisce in alcun modo il giudizio clinico, ma può essere usato come ausilio decisionale clinico.
FATTORI DEMOGRAFICI PUNTEGGIO
Età MASCHI (età in anni)
Età FEMMINE (età in anni) - 10
Ospizi o Reparti lungodegenza + 10
PATOLOGIE CONCOMITANTI  
Malattie Neoplastiche + 30
Malattie Epatiche + 20
Insufficienza Cardiaca Congestizia + 10
Malattie Cerebrovascolari + 10
Malattie Renali + 10
REPERTI OBIETTIVI  
Alterazione Stato di Coscienza + 20
Frequenza Respiratoria > 30/min + 20
P.A. sistolica < 90 mm/Hg + 20
Temperatura corporea < 35°C. o > 40°C. + 15
Frequenza Cardiaca > 125/min. + 10
REPERTI DI LABORATORIO  
pH < 7,35 + 30
Sodiemia < 130 mEq/L + 20
Glicemia > 13,9 mmol/L + 10
Ematocrito < 30% + 10
< 60 mm/Hg + 10
Versamento Pleurico + 10

 

Tab. 1 bis Il punteggio totale attribuito a ciascun paziente lo pone in una classe di rischio, che può aiutare il clinico a decidere l'opportunità del ricovero in reparto normale o in Terapia Intensiva, e gli eventuali provvedimenti terapeutici d'urgenza.
RISCHIO Classe di Rischio Punteggio
Basso Classe I < 70 punti
Basso Classe II = 70 punti
Basso Classe III 71-90 punti
Moderato Classe IV 91-130 punti
Alto Classe V > 130 punti



RUOLO DEI PATOGENI, DELL'OSPITE E DELL'AMBIENTE NELLE CAP

Nella maggioranza degli studi prospettivi per valutare l'eziologia delle CAP, non si riesce ad identificare con sicurezza un agente patogeno in una percentuale di casi dal 40% al 60%, mentre 2 o più agenti eziologici vengono identificati nel 2%-5% dei casi. Virtualmente tutti gli studi concordano nell'attribuire allo Streptococcus pneumoniae circa il 66% delle polmoniti batteriemiche, e risulta l'agente eziologico isolato più di frequente. Altri patogeni implicati meno frequentemente sono Haemophilus influenzae, Mycoplasma pneumoniae, Chlamydia pneumoniae, Staphilococcus aureus, Streptococcus pyogenes, Neisseria meningitidis, Moraxella catharralis, Klebsiella pneumoniae ed altri ceppi Gram negativi, Legionella pneumophila, Virus influenzali (secondo la stagione), Virus Respiratorio Sinciziale, Adenovirus. La frequenza di altri agenti eziologici come la Chlamydia psittaci, la Coxiella burnettii, la Francisella tularensis e funghi endemici (Histoplasmosi, blastomycosi e coccidioidomycosi) dipendono da specifici fattori epidemiologici locali ed ambientali.
La comparazione della frequenza dell'isolamento nei vari studi condotti, dipende anche dalla sensibilità dei tests usati per gli agenti eziologici, dall'affidabilità dei laboratori, dalle modalità di raccolta dei campioni, dall'elaborazione statistica dei dati.
Nessuna associazione sicura è mai stata dimostrata tra i sintomi individuali, i reperti obiettivi, i dati di laboratorio, l'aspetto radiologico ed i vari agenti patogeni. Anche convinzioni onorate nel tempo (ad es. l'assenza di tosse produttiva o di espettorato purulento che suggeriva l'eziologia da Mycoplasma, Legionella e Chlamydia) non hanno resistito ad investigazioni più approfondite. D'altra parte la maggior parte degli studi è condotta su casistiche relativamente piccole e non viene sufficientemente valutato il potenziale per individuare l'eziologia usando la costellazione di sintomi e segni clinici. Due differenti studi avrebbero messo a punto un sistema di punteggio (basato su 5 sintomi maggiori) capace di individuare i pazienti con Malattia dei Legionari e con Sindrome Polmonare da Hantavirus (HPS); se validati, potrebbero essere un valido aiuto per selezionare i pazienti da sottoporre ad esami di laboratorio particolari.
Benchè in maniera non assoluta, certi patogeni sembrano causare malattia più frequentemente in persone con determinati fattori di rischio. La polmonite pneumococcica è classicamente appannaggio dei pazienti anziani con una varietà di condizioni cliniche, come malattie cardio-vascolari croniche, asplenia, bronchite ostruttiva cronica (BOC), deficit di immunoglobuline, tumori ematologici maligni ed HIV. La Legionella si comporta come un patogeno opportunista, dal momento che raramente colpisce i bambini ed igiovani adulti sani, mentre è un'importante causa di polmoniti nei trapiantati d'organo, nei pazienti con insufficienza renale, con malattie polmonari croniche, nei forti fumatori e nei soggetti HIV positivi. Al conrario il Mycoplasma pneumoniae era ritenuto tipico degli adolescenti e dei giovani adulti sani, ma recenti studi suggeriscono che questo microorganismo può causare polmonite negli adulti sani di qualsiasi età, anche avanzata (Tab. 2).
Vi sono differenze stagionali per la maggior parte degli agenti causali di CAP: lo Streptococcus pneumoniae e l'Haemophilus influenzae intervengono prevalentemente nei mesi invernali, mentre la Chlamydia pneumoniae sembra essere attiva tutto l'anno; la prevalenza di episodi epidemici di Malattia dei Legionari sembra essere maggiore nei mesi estivi, mentre i casi sporadici capitano durante tutte le stagioni. Alcuni studi suggeriscono che non vi sia variazione stagionale per l'infezione da Mycoplasma, mentre altri studi sembrano indicare una maggiore incidenza in autunno e nei mesi invernali.
Vi sono anche altre variazioni temporali nell'incidenza di alcune cause di polmonite: la frequenza e la gravità dell'infezione causata dal Virus Influenzale sono legate alle variazioni antigeniche dei ceppi ed alle periodiche epidemie e/o pandemie; per ragioni meno chiare, anche il Mycoplasma pneumoniae sembra presentare un periodico incremento dell'incidenza ogni 3-6 anni. Anche l'incidenza di polmoniti pneumococciche varia da anno ad anno, con un incremento delle forme batteriemiche che sembra costante negli ultimi anni.
Non si sa nulla di certo sulle differenze geografiche dell'incidenza di polmoniti; il sistema di sorveglianza passiva dei CDC sembra evidenziare una più alta incidenza di Malattia dei Legionari negli Stati del Nord-Est degli U.S.A. e nella regione dei Grandi Laghi. E' evidente che le infezioni causate da patogeni correlati all'ambiente possano variare notevolmente con cambiamenti ambientali rilevanti. Per esempio l'incidenza di Malattia dei Legionari dipende dalla presenza di specie patogene di Legionella nelle acque ambientali, dai processi di sterilizzazione dell'acqua, dalla temperatura ambientale, dalla formazione di aerosol contaminanti, dalle condizioni climatiche che favoriscono tutti questi fattori. Similmente l'aumento delle precipitazioni piovose associato all'aumento delle popolazioni di roditori è stato ipotizzato essere alla base dell'epidemia di Sindrome Polmonare da Hantavirus (HPS) nel Sud-Ovest degli U.S.A. nel 1993.


Tab. 2 Fattori di rischio per insorgenza di polmonite, gravità clinica e particolari microorganismi nelle infezioni delle basse vie aeree acquisite in comunità.

Fattori di Rischio* Microorganismi
Età > 65 anni Str. Pneumoniae, Gram Neg.
Paz. Istituzionalizzati Str. Pneumoniae, Stafilococco, Gram Neg. enterici (KES), Anaerobi (anziani)
Alcoolismo Gram Neg., Legionella
Tossicodipendenza e.v. Stafilococco, Gram Neg. (pseudomonas)
Patologie concomitanti
  • COPD, fumatori
S. pneumoniae, Haemophilus, Moraxella, Legionella
  • Bronchiectasie, Mucoviscidosi
Pseudomonas spp, Stafilococco, Gram Neg. (KES)
  • Cardiovascolari
Haemophilus influenzae, Str. Pneumoniae, Gram Neg.
  • Neurologiche
Anaerobi, Gram Neg.
  • Diabete
Stafilococco, Gram Neg., Miceti, TBC
  • Insuff. Epatica o renale cronica
Stafilococco, Gram Neg., enterici (KES)
  • Epidemia di virus influenzale
Influenza, Str. Pneumoniae, Haemophilus, Stafilococco
Precedente Ricovero in Ospedale
  • nell'anno precedente
Str. Pneumoniae (spec. resistenti in alcune aree)
  • nelle 2-4 settimane precedenti
Gram Neg., Legionella
Recente terapia con:
  • Antibiotici (ß-lattamici o altri)
Str. Pneumoniae (resistente), Mycoplasma, Chlamydia
  • Cortisonici
Gram Neg., Pseudomonas, Miceti, TBC
Carie, ascessi e/o dentiera Anaerobi, Gram Neg. enterici (KES)
Aspirazione/ostruzione Anaerobi, Gram Neg. enterici (KES)
Esposizione a:
  • uccelli
Chlamydia psittaci (ornitosi)
  • guano di pipistrelli e/o uccelli
Histoplasma capsulatum
  • conigli
Francisella tularensis
  • pecore, animali di fattoria
Coxiella burnettii (Febbre Q)
  • zecche
Rickettsia conori
  • gatti
Rochalimea, Toxoplasma
Viaggi, alberghi, docce di palestre/piscine Legionella spp.
CariInfezione da HIV (primi stadi) S. pneumoniae, Haemophilus, TBC
* tutte queste condizioni aumentano il rischio di ammalarsi e la gravità della malattia



Quadro Clinico

Non tutti gli agenti causa di polmonite determinano quadri sintomatologici uguali.

Nella polmonite da Pneumococco si ha un'improvvisa comparsa di febbre elevata (39-40 °C) con brivido, dolore toracico, spesso a carattere trafittivo, localizzato ad un'area ben precisa. Il respiro diventa superficiale e frequente in quanto il dolore è avvertito maggiormente durante le inspirazioni profonde. Inizialmente vi è tosse secca, successivamente più produttiva, in alcuni casi l'espettorato si presenta color ruggine, spesso si associano lesioni erpetiche al labbro e, nei casi più gravi, vi è dispnea talora intensa associata a cianosi che richiede una ossigenoterapia. La risoluzione totale del processo a seguito di pronta terapia antibiotica e salvo complicazioni si ha entro due mesi circa dall'inizio del quadro clinico. Nella maggior parte dei casi (pazienti anziani o bambini, diabetici, bronchitici cronici, neoplastici, ...) si osserva il quadro della broncopolmonite. Gli agenti responsabili sono Klebsiella pn., Pseudomonas aeruginosa e Stafilococco aureo. L'insorgenza è brusca, c'è febbre elevata e dispnea; l'espettorato è di colore verdastro maleodorante nelle infezioni da Pseudomonas, mentre viene descritto a "gelatina di ribes" in quelle da Klebsiella. L'emocromo presenta uno spiccato aumento dei globuli bianchi e dei neutrofili. Alla radiografia del torace si vedono addensamenti multipli, spesso confluenti; in caso di Pseudomonas è possibile avere emoftoe (espettorato misto a sangue). È importante stabilire l'agente responsabile per instaurare una adeguata e tempestiva terapia.

Le polmoniti non batteriche presentano invece alcune caratteristiche epidemiologiche, patogenetiche e cliniche. Infatti quest'ultime si presentano in piccole epidemie, spesso fulminanti a causa della maggior virulenza degli agenti patogeni; i soggetti colpiti non necessariamente presentano fattori predisponenti; la zona del polmone interessata è quella dell'interstizio e, solo secondariamente, coinvolge gli spazi alveolari. E' rilevante in questi casi la discrepanza tra il reperto obiettivo toracico, che può essere anche assente, e quello radiografico che evidenzia un coinvolgimento talvolta esteso dell'interstizio polmonare. La polmonite da Micoplasma pn. è responsabile di più del 50% delle polmoniti non batteriche; colpisce bambini in età scolare, militari e si sviluppa in micro-epidemie spesso a carattere familiare. Il periodo di incubazione è di 2-3 settimane; si presenta con mal di gola, tosse stizzosa non produttiva, talora otite; la febbre insorge gradualmente raggiungendo valori elevati; si associano malessere generale, cefalea, dolori articolari diffusi. È decisivo nella diagnosi l'esame radiografico. È una malattia ad andamento benigno, guarisce completamente in 3-4 settimane. Le polmoniti virali che colpiscono l'età pediatrica (virus a RNA o DNA) sono le più gravi, sia per l'esteso interessamento interstiziale, sia per la mancanza di farmaci antivirali realmente efficaci; la loro caratteristica è legata al potere necrotizzante sulle cellule alveolari che determina una notevole compromissione dello scambio gassoso, instaurando gravi quadri di insufficienza respiratoria acuta, spesso fatali, detti ARDS; è comune in questi casi una sovrapposizione batterica.




Esami ematici, diagnostici e strumentali

Gli esami importanti da effettuare, sia in caso di polmoniti batteriche che virali, sono:



il dossier sulla polmonite è stato stilato in collaborazione con il
Dott. Gianfranco Croce