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Definizione
I diverticoli esofagei possono essere congeniti
o acquisiti. I diverticoli congeniti sono molto rari e
rappresentano forme di duplicazione dell'esofago. I diverticoli
acquisiti si distinguono in diverticoli da pulsione e
da trazione; come nei diverticoli di altri visceri, così
anche in questi distinguiamo il fondo, il corpo e il colletto.
I diverticoli da pulsione sono dovuti ad un graduale estroflessione,
attraverso un'area di debolezza della parete muscolare,
della mucosa e sottomucosa del viscere per effetto di
una elevazione patologica della pressione intraluminale.
I diverticoli da pulsione vengono suddivisi in:
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DIVERTICOLO DI ZENKER
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Etiologia
e patogenesi
Il diverticolo di Zenker è quello di più frequente riscontro, è generalmente secondario ad una incoordinazione faringoesofagea o, più raramente, ad un disordine della motilità esofagea. Si presenta come una estroflessione mucosa lungo la linea mediana della parete posteriore a livello della giunzione faringoesofagea, tra le fibre del muscolo costrittore inferiore del faringe e le fibre trasversali del muscolo cricofaringeo, al di sopra quindi dello sfintere esofageo superiore ( SES ); tale difetto anatomico è di forma triangolare ed è definito appunto: Triangolo di Killian. Dal momento che la protrusione posteriore è limitata dalla colonna vertebrale, il diverticolo ingrandendosi si viene a trovare a lato della linea mediana, in genere a sinistra, dietro l'esofago. La posizione a sinistra del diverticolo sarebbe dovuta, secondo alcuni, alla maggiore estensione a sinistra del triangolo di Killian, secondo altri, alla situazione anatomica dell'esofago stesso, lievemente spostato a sinistra a livello cervicale. Il diverticolo ha una parete sottile formata da mucosa e sottomucosa. Le discinesie faringoesofagee che si ritiene siano alla base del meccanismo patogenetico della lesione sono: un mancato rilasciamento del muscolo cricofaringeo; una contrazione del SES prima che la contrazione faringea si sia completa; un ipertono dello sfintere secondario a reflusso gastro-esofageo; una discinesia secondaria ad altri disordini della motilità esofagea quali acalasia e spasmo diffuso. Il diverticolo di Zenker è tre volte più frequente nel sesso maschile e generalmente insorge in età media ed avanzata. Lo sviluppo del diverticolo è preceduto da un periodo di disfagia riferibile a livello cervicale. Con l'aumento di dimensioni, la tasca tende ad assumere una posizione longitudinale e declive, comprimendo e dislocando l'esofago anteriormente sino ad allinearsi con il faringe. Di conseguenza il cibo ingerito entra più facilmente nel diverticolo che nel lume esofageo. |
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Sintomatologia
La disfagia e la ruminazione all'assunzione di cibo diventano sempre più frequenti; in seguito alla compressione dell'esofago, la disfagia diventa sempre più grave, compaiono attacchi di tosse, rigurgito posturale, faringiti, alitosi, raucedine ed anoressia. Incostanti sono i fenomeni compressivi, come la disfonia, per compressione ricorrenziale; la miosi e l'enoftalmo, per compressione della catena simpatica; i disturbi sincopali, per compressione vagale e carotidea. L'assunzione di un pasto normale avviene in un intervallo di tempo particolarmente lungo, e questi pazienti arrivano spesso all'intervento chirurgico in avanzato stato di denutrizione. Il materiale ingerito può accumularsi nel diverticolo al punto di renderlo, in rare circostanze, palpabile in posizione latero-cervicale sinistra, dove la palpazione provoca rumore di gorgoglio, alcuni pazienti eseguono manualmente lo svuotamento del diverticolo, comprimendolo e rimandando in faringe il contenuto, che viene nuovamente masticato e di nuovo deglutito. I diverticoli faringoesofagei se non trattati nel tempo possono portare a complicanze settiche dell'apparato respiratorio (polmonite ab ingestis) o a perforazione; flogosi (diverticoliti, medistiniti, empiemi pleurici); rari sono il sanguinamento e la trasformazione neoplastica. |
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Diagnostica
La diagnosi viene fatta con l'esame radiografico con bario . Le proiezioni laterali sono in grado di rilevare il diverticolo, il suo colletto. Il grado di spostamento dell'esofago e la presenza di eventuali livelli idroaerei. L'esofagoscopia è controindicata o va eseguita con precauzioni particolari da un esaminatore esperto, poiché lo strumento tende ad infilarsi direttamente nel diverticolo e, per la sottigliezza della parete, il rischio di perforazione è elevato. La manometria va effettuata per evidenziare o meno la presenza di ipertonia del SES. La pH-metria 24h è utile per escludere la presenza di reflusso gastro-esofageo. |
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Terapia
La terapia è senz'altro chirurgica, l'intervento può essere rivolto alla sacca diverticolare, discinesia o ad entrambi. Gli interventi chirurgici attuabili sono: la miotomia cricofaringea senza resezione del diverticolo, in caso di piccoli diverticoli oppure diverticolectomia spesso associata a miotomia cricofaringea, che si rende necessaria nel caso di grandi diverticoli. La via endoscopica può essere utilizzata per effettuare una sezione dello spazio tra diverticolo e lume esofageo favorendo così lo svuotamento della sacca diverticolare e la risoluzione della sintomatologia disfagica e del ristagno alimentare endodiverticolare. |
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DIVERTICOLI EPIFRENICI
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Etiologia
e patogenesi
I diverticoli epifrenici sono situati negli ultimi 10 cm dell'esofago toracico e sono meno frequenti di quelli cervicali. L'insorgenza è correlata all'aumento di pressione intraesofagea secondario sia ad un disordine della motilità esofagea (spasmo esofageo diffuso o acalasia ) sia ad un'ernia jatale con reflusso gastro-esofageo. |
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Sintomatologia
Il diverticolo epifrenico può essere del tutto asintomatico o essere identificato occasionalmente nel corso di un'indagine radiologica di un'indagine radiologica. Nei pazienti asintomatici è possibile riconoscere una fase prodromica oligosintomatica caratterizzata da: pirosi, digestione difficile, singhiozzo; solo successivamente compaiono i sintomi più tipici: alitosi, disfagia, dolore toracico, rigurgito, pirosi. In un discreto numero di casi è stata osservata l'insorgenza di ulcerazione del diverticolo con sanguinamento cronico. |
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Diagnostica
L'esame radiologico con bario mette in evidenza l'estroflessione sacciforme, con piccolo colletto, adagiata sul diaframma. Gli altri esami strumentali (endoscopia, pH-metria 24h, manometria ) hanno la stessa importanza nella diagnostica dei diverticoli cervicali. |
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Terapia
Il trattamento dei pazienti è quello del disordine motorio primario. Se il diverticolo è piccolo il trattamento porta alla regressione del diverticolo stesso. La resezione del diverticolo stesso è indicata in aggiunta al trattamento della patologia primaria qualora il colletto stretto non permetta un adeguato svuotamento del diverticolo o siano presenti infiammazioni mucose o compressioni dell'esofago distale. |