TROVATO SU: http://www.esofago.it
L'indagine radiologica dell'esofago è una procedura
diagnostica molto utilizzata per la diagnosi delle malattie
organiche ma anche per quelle funzionali dell'esofago. Oggi
tuttavia stanno divenendo sempre più importanti metodiche
diagnostiche più precise nella diagnosi delle diverse patologie
di questo organo, tra cui l'endoscopia digestiva, la pH-metria
esofagea e la manometria. Occorre prima di tutto precisare
che lo studio radiologico dell'esofago si inserisce nell'iter
diagnostico in senso "mirato", allorquando esista una sintomatologia
del paziente che induca al sospetto di una patologia specifica
dell'organo; ma può anche essere effettuato, spesso con uguale
capacità diagnostica, in senso "non mirato", ossia consensualmente
ad indagini volte alla ricerca di patologia extraesofagea.
Inoltre ad esso si può ricorrere con finalità morfologica,
per lo studio della patologia organica che con finalità funzionale,
per lo studio della patologia funzionale.
La
radiografia dell'esofago viene quasi esclusivamente eseguita
con metodica contrastografica: il mezzo di contrasto impiegato,
solitamente solfato di bario in sospensione, può essere anche
sostituito da composti più solidi o da compresse a base di
bario. In tal modo si ottengono vantaggiosamente informazioni
sulla morfologia del viscere e, con l'impiego dell'amplificatore
di brillanza e opportuna Röentgencinematografia, sulla sua
attività. Tali metodiche precisano con una buona affidabilità
diagnostica le eventuali anomalie strutturali, evidenziabili
con piccolo o medio riempimento, come difetti di riempimento
o immagini di plus, ma anche funzionali. Un incremento di
sensibilità nella diagnosi di malattie riguardanti in senso
più stretto la mucosa dell'organo (erosioni, ulcere, cancro
in fase precoce) possono essere ottenute con la tecnica del
doppio contrasto, che prevede l'impiego di gas liberati
da granuli effervescenti ingeriti.
Lo
studio della funzione esofagea di trasporto del bolo alimentare
dalla faringe allo stomaco non può prescindere dall'analisi
delle prime fasi della deglutizione che in realtà si verificano
ad estrema velocità; si rendono così spesso necessarie tecniche
cinefluoroscopiche, finalizzate allo studio della funzionalità
del faringe.
La completezza di tutte queste indagini viene raggiunta mediante
opportune manovre diagnostiche o il posizionamento del paziente
secondo diversi decubiti quali la posizione supina, sfruttata
per evidenziare la presenza di una normale peristalsi, gravità-indipendente,
o viceversa per svelare anomalie funzionali anche latenti,
il ristagno di materiale radioopaco in faringe o l'aspirazione
tracheale; la posizione di Trendelemburg che consente con
maggior facilità di evidenziare eventuali ernie jatali.
Resta
inoltre di ausilio diagnostico, in alcune circostanze, anche
l'esame diretto del torace, che permette di dimostrare eventuali
anomalie dei rapporti anatomo-topografici dei diversi visceri
toracici o addirittura addominali, sfruttando il semplice
contrasto naturale determinato soprattutto dall'aria endoviscerale.
Condizioni
fisiologiche Da un punto di vista topografico
l'esofago si estende dalla proiezione radiografica della VI
vertebra cervicale, punto corrispondente allo sfintere
esofageo superiore, fino al cardias. Risulta
inoltre diviso anatomicamente nei segmenti cervicale, toracico,
jatale e addominale.
Del viscere è possibile riconoscere quattro diverse porzioni
dal punto di vista morfologico-funzionale: una parte superiore
o tubulare, con funzione essenzialmente peristaltica
e estendentesi fino a poco sopra il diaframma; e una parte
inferiore o corsivo) vestibolare a funzione essnzialmente
sfinteriale: tale porzione viene a sua volta suddivisa in
un'ampolla epifrenica, delimitata dalla porzione tubulare
per mezzo dell'anello A di Schatzki e nello sfintere
esofageo inferiore vero e proprio; la terza porzione
esofagea è rappresentata dal tratto infrajatale, unita al
relativo orifizio diaframmatico dalla membrana di Laimer-Bertelli;
l'ultima parte è costituita dal tratto esofageo sottodiaframmatico,
lunga in media tre centimetri e sede della "linea Z", endoscopicamente
rilevabile. E' infine da segnalare, l'angolo di His costituito
dall'esofago terminale e il fondo gastrico, per la sua funzione
di completamento del meccanismo antireflusso fisiologico.
Nell'esofagogramma
semplice l'esofago assume aspetto nastriforme e
il suo calibro appare irregolare per la presenza di diverse
restringimenti e rigonfiamenti, il profilo appare però continuo
senza deficit di riempimento né immagini di plus. Sono apprezzabili,
specie a medio riempimento, diverse linee radiotrasparenti,
corrispondenti alle pliche longitudinali della mucosa, tra
le quali si deposita transitoriamente il bario. Sarà ben evidenziabile
ed eventualmente studiabile dal punto di vista funzionale
(con l'impiego di radioscopia, o seriografia o videoregistrazione)
la zona vestibolare.
Nell'esofagogramma
a D.C. i margini esofagei appaiono più netti e
in modo meno evidente appaiono le striature longitudinali;
la mucosa è ben contrastata e se ne scorge finemente il rilievo.
Sono ben visibili anche le incisure fisiologiche e, occasionalmente,
alcune strie trasversali, legate ad un'ipercontrazione della
muscolaris mucosae, e il cardias.
condizione
patologiche Le alterazioni motorie
principali dell'esofago sono responsabili, in maniera più
o meno combinata, di un'inadeguata contrazione progressiva
di tipo peristaltico, o da stimolo dilatativo e irritativo
e dell'incoordinato rilasciamento degli sfinteri funzionali.
Di esse ricordiamo qui brevemente gli aspetti radiologici
essenziali premettendo, però che il loro studio si avvale
sempre in contemporanea della manometria e in parte dell'endoscopia.
In
primis accenniamo alle cosiddette discinesie ipertoniche
segmentarie, corrispondenti alla peristalsi terziaria
manometrica, che si riscontrano in diverse patologie esofagee,
spesso come epifenomeno delle stesse: i margini dell'esofago,
dopo l'ingestione del bolo baritato, risulteranno frastagliati
per la presenza di incisure nella porzione inferiore del viscere.
Nello
spasmo esofageo diffuso, possono
essere riscontrati restringimenti anulari nel tratto medio-distale
dell'esofago, legati a spasmi anulari della muscolatura, alternati
ad aree dilatate con disposizione simmetrica ma con andamento
obliquo; tali alterazioni possono giungere fino al quadro
patognomonico dell' "esofago a cavaturaccioli". L'esofago
risulta inoltre accorciato e con parete ispessita, esiste
come corollario a quanto esposto, un rallentamento del transito.
Nell'
acalasia il quadro radiografico, può essere differente
a seconda della gravità della patologia e, soprattutto, della
durata della malattia: in una fase iniziale sarà possibile
solo riconoscere un restringimento terminale del lume esofageo,
associato ad un'aumentata peristalsi secondaria; in una fase
successiva inizia una progressiva dilatazione del viscere
con un aumento di diametro che può giungere fino a 5 cm; fisiopatologicamente
il progressivo ristagno di alimenti determina la comparsa
di un'esofagite da stasi. Nelle fasi conclamate il corpo esofageo
appare all'esame con m.d.c. di diametro superiore ai 6cm,
allungato e tortuoso, talvolta di aspetto sigmoide che ne
giustifica la comune definizione di "megaesofago". Nel tratto
terminale, precardiale è presente un restringimento concentrico
e con un aspetto tipico a "coda di topo", che consente il
passaggio a scatto del bario, solo ad una pressione di riempimento
da parte del contrasto, tale da superare la resistenza data
dall'ipertono dello SEI; per tale ragione ai radiogrammi ripetuti
sarà possibile evidenziare la presenza di un livello costante,
rappresentante il punto di equilibrio fra due forze opposte.
Nell'acalasia vigorosa si aggiungono a tali rilievi aspetti
in parte sovrapponibile al quadro patologico dello spasmo
esofageo. Talora anche il solo esame diretto in stazione eretta
potrà evidenziare la presenza di un livello idroaereo mediastinico,
o la presenza di una grossa immagine radiotrasparente, dovuta
al megaesofago contenente un'abbondante quantità di aria ingerita.
Nella
sclerodermia o in altre forme di malattie infiltrative
a carico della parete esofagea, tutte responsabili delle cosiddette
discinesie ipotoniche diffuse, sarà osservabile un
esofago slargato con un profilo mucoso appiattito, una riduzione
della peristalsi, fino alla sua completa assenza, e una progressione
del bolo prevalente nella stazione eretta. L'evoluzione stenotica
del quadro descritto, sarà dipendente dalla specifica eziologia.
Per
quanto riguarda la patologia diverticolare dell'esofago, seconda
per frequenza soloa quella del colon, possiamo distinguere
i diverticoli veridai diverticoli falsi, e in accordo col
meccanismo fisiopatologico con cui si formano, in diverticoli
da trazione e da pulsione.
Il diverticolo di Zenker
è un tipico diverticolo da pulsione dovuto ad un'erniazione
della mucosa e della sottomucosa (diverticolo falso) attraverso
una zona di minore resistenza a livello del triangolo di Laimer.
Con l'esame con contrasto è possibile evidenziare nell'area
mediastinica superiore, la presenza di una più o meno grande
immagine di plus, prevalentemente in proiezione LL, che assume
un aspetto sacciforme con convessità inferiore; tale immagine
si caratterizza per il parziale riempimento col bario, segno
di comuicazione con il lume dell'esofago, e per la secondaria
presenza di un livello costituito da ingesti ed aria. Il diverticolo
presenta un asse maggiore longitudinale ed un colletto sottile
di lunghezza variabile. Una manovra diagnostica può essere
rappresentata dalla semplice deglutizione, che dimostra il
parziale svutamento del diverticolo per il sollevamento della
sacco verso l'alto; nel tempo, per il verificarsi del progressivo
sfiancamento del sacco erniato, le dimensioni possono aumentare
con sviluppo di effetto massa, dimostrabile all'indagine radiologica.
I
diverticoli toracici, la cui iniziale patogenesi è
rappresentata da un meccanismo di trazione ma il cui progressivo
sviluppo è imputabile alla pulsione derivata dall'aumento
di pressione endoluminale cui segue una atrofia delle fibre
elastiche parietali, si localizzano ad un esofagogramma convenzionale,
più frequetemente a livello epibronchiale ed assumono l'aspetto
di una piccola tasca rotoneggiante, riempita dal bario ed
in comunicazione con l'esofago tramite un ampio colletto.
I
diverticoli epifrenici sono prodotti da una meccanismo
di pulsione e sono in genere legati ad un'incoordinazione
motoria tra corpoe vestibolo esofageo; presentano una rapida
evoluzione, con un aspetto simile ad un'ernia jatale, ma a
contorni più definiti e regolari, e senza il disegno mucoso
di tipo gastrico.
Le
ernie dello jatus esofageo sono distinte in ernie da scivolamento,
ernie paraesofagee e ernie da esofago corto, in accordo fondamentalmente
alle tipologie di Åckerlund, in base soprattutto al meccanismo
con cui si sviluppano, inoltre tale classificazione permette
di comprendere la nuova posizione topografica assunta dall'esofago
rispetto alla giunzione esofago-gastrica e la probabilità
dell'associazione al quadro clinico di un reflusso gastro-esofageo.
Le ernie da scivolamento rappresentano la maggioranza
delle ernie jatali e l'esame con pasto baritato in loro presenza
potrà dimostrare la risalita assiale del cardias e di parte
dello stomaco attraverso la jatus, sarà talora evidenziabile
anche la riduzione dell'angolo di His che rappresenta un valido
contributo al sistema antireflusso. Usando posizioni caratteristiche
come quella di Trendelemburg o l'atteggiamento inspiratorio
o la compressione dosata con cuscinetto potranno risaltare
alcuni reperti caratteristici, quali un aumento di ampiezza
dello jatus stesso; la presenza di una tasca erniaria, nel
cui contesto sono presenti delle pliche in continuità con
lo stomaco; risalita della giunzione esofago-gastrica sopra
il diaframma; flessuosità dell'esofago terminale; anello di
Schatzki B sopradiaframmatico. Caratteristico risulterà, inoltre
il segno della riducibilità in stazione eretta.
Le ernie paraesofagee presentano come caratteri differenziali
rispetto alle altre: la conservazione dell'angolo di His,
da cui la minor frequenza dell'associazione con il reflusso;
tasca erniaria data dal fondo dello stomaco posta lateralmente
all'esofago; frequente irriducibilità dell'ernia in stazione
eretta.
Le ernie da esofago corto, meno frequenti, sono frequentemente
associate a reflusso ed esofagite di cui probabilmente costituiscono
un esito. Si caratterizzano per la presenza di un esofago
accorciato e ristretto nella prozione distale ove sarà apprezzabile
la tasca erniaria.
Una
patologia molto importante e in frequenza crescente negli
ultimi decenni, è l'esofagite da reflusso gastro-esofageo.
La radioscopia ne permette spesso la dimostrazione in epoca
precoce, pur tuttavia essendo gravata da un'alta percentuale
di falsi negativi e positivi; la radiografia con contrasto
in fase precoce ha importanza soprattutto per la dimostrazione
delle eventuali anomalie anatomiche presenti a livello della
giunzione esofago-gastrica, ad esempio di un'ernia jatale,
come fattori favorenti il reflusso. In realtà la patologia
da reflusso si avvale di altre metodiche di scelta, quali
la ph-metria esofagea delle 24 ore o la Esofagoscopia.
Nelle fasi più avanzate di malattia, al contrario, l'esofagogramma
con doppio mezzo di contrasto, può risultare una tecnica molto
affidabile nella dimostrazione delle tipiche pseudomembrane
delle erosioni che appariranno come alterazioni dell'immagine
di riempimento del viscere (difetti di riempimento sfumati
e immagini di plus). Lo sviluppo di eventuali complicanze
quali la stenosi cicatriziale, il brachiesofago e l'ulcera
peptica (eventualmente causata da isolotti di mucosa gastrica
eterotopica di Barrett) sarà pure facilmente individuabile.
Un'importante
complicanza dell'ipertensione portale è rappresentata dalle
varici esofagee. Con l'impiego
dell'esame con contrasto, e ancor di più con il doppio contrasto
eseguiti prima in stazione eretta e poi in decubito prono,
esse saranno facilmente dimostrabili, come dei piccoli cordoni
serpiginosi o come difetti di forma nodulare, ravvicinati
con il quadro caratteristico del "legno tarlato"; coesistono
inoltre un'ipotonia dell'esofago e una riduzione della clearance
del mezzo di contrasto.
La
patologia neoplastica benigna, costituita per la maggior
parte da leiomiomi
e meno frequentemente da rabdomiomi, angiomi, fibromi, lipomi,
e altri tumori connettivali, si avvale dello studio radiografico
con mezzo di contrasto, che in alcuni casi si rivela un'indagine
altamente specifica. L'aspetto tipico di tutte queste neoplasie
è quello di un difetto di riempimento a limiti netti e margini
regolari, in posizione centrale o eccentrica e in alcuni casi
a sviluppo concentrico stenosante; in particolare il leiomioma
può apparire come un difetto liscio, concavo ed angoli acuti
in corrispondenza della zona di confine con la parete intatta,
con possibilità di calcificazioni nel contesto della neoplasia.
La motilità esofagea appare conservata, mentre può essere
presente una dilatazione del lume viscerale a monte della
lesione.
La
percentuale maggiore di neoplasie maligne dell'esofago è data
dal carcinoma squamocellulare e dall'adenocarcinoma.
Per comprendere l'utilità della radiologia nello studio di
queste malattie, del loro decorso e delle loro complicanze
occorre ricordare l'elevata tendenza dei tumori maligni di
questa sede ad invadere la parete dall'organo non solo in
senso trasversale ma anche in senso longitudinale, soprattutto
in direzione prossimale; altra caratteristica importante è
quella della alta probabilità di invasione delle strutture
locoregionali, essenzialmente mediastiniche e la precoce metastatizzazione
linfonodale. La radiografia ha assunto in alcuni paesi ad
alta incidenza il ruolo di indagine importante nello screening
delle popolazioni considerate a rischio maggiore di sviluppo
di cancro esofageo; ciò allo scopo di effettuare la diagnosi
in fase precoce "predisfagica", migliorando ovviamente la
prognosi dei pazienti. Certamente anche nel nostro paese lo
studio dell'apparato digerente superiore, effettuato per qualsiasi
causa ha rappresentato sempre e ancora rappresenta un'indagine
di screening, se corredato da un attento studio esofageo mirato.
La variabilità dell'istopatologia di tali neoplasie si ritrova
anche nell'aspetto radiografico che tuttavia, può essere ricondotto
a tre fondamentali tipi di crescita: polipoide, anulare, stenosante.
L'aspetto polipoide e caratterizzato dalla presenza
una formazione di morfologia irregolare, identificabile come
un difetto di riempimento a margini irregolari o sfumati che
protrude nel lume esofageo, la parete esofagea circostante
eventualmente infiltrata, risulta ispessita, rigida e con
fenomeni di trazione verso l'interno. Il restringimento del
lume è eccentrico, dato il tipo di crescita di questa patologia,
può essere invece presente un certo grado di dilatazione a
monte.
L'aspetto anulare è caratterizzato dall'interessamento
completo del lume. E' presente un restringimento concentrico
del lume, delimitato da una parete rigida a limiti irregolari,
il cui limite con la mucosa sana è spesso segnato da una tipica
immagine "a scalino". E' presente anche in questo caso una
dilatazione a monte del tratto interessato, più marcata rispetto
alle forme polipoidi.
Le forme stenosanti si caratterizzano per un restringimento
molto evidente del lume esofageo, dovuto all'interessamento
della parete del viscere per tratti anche molto estesi. L'aspetto
radiografico può essere in parte paragonabile a quello di
una patologia infiammatoria più o meno imponente, con immagini
a tipici margini indefiniti e limiti irregolari.
Per quanto la radiografia con contrasto risulti molto utile
nella diagnosi anche precoce dei carcinomi esofagei e nella
dimostrazione dello sviluppo extraesofageo, la stadiazione
di questa neoplasia deve essere completata da altre indagini,
quali la TC o la RMN che permettono la dimostrazione dei rapporti
anatomici con i visceri circostanti e l'eventuale presenza
di metastasi a distanza; l'ecografia transesofagea che consente
la precisa definizione dell'interessamento parietale e linfonodale
locoregionale; e l'importantissima biopsia endoscopica diagnostica.
Anche quelle entità nosologiche definite come early esophageal
cancer e come carcinoma superficiale possono manifestarsi
con aspetto protrudente, superficiale e depressa; la diagnosi
radiologica può essere però solo di sospetto per le forme
protrudenti e quelle depresse-ulcerate, scarsamente attendibile
per quelle superficiali.
Nell' (grassetto corsivo)acalasia il quadro radiografico,
può essere differente a seconda della gravità della patologia
e, soprattutto, della durata della malattia: in una fase iniziale
sarà possibile solo riconoscere un restringimento terminale
del lume esofageo, associato ad un'aumentata peristalsi secondaria;
in una fase successiva inizia una progressiva dilatazione
del viscere con un aumento di diametro che può giungere fino
a 5 cm; fisiopatologicamente il progressivo ristagno di alimenti
determina la comparsa di un'esofagite da stasi. Nelle fasi
conclamate il corpo esofageo appare all'esame con m.d.c. di
diametro superiore ai 6cm, allungato e tortuoso, talvolta
di aspetto sigmoide che ne giustifica la comune definizione
di "megaesofago". Nel tratto terminale, precardiale è presente
un restringimento concentrico e con un aspetto tipico a "coda
di topo", che consente il passaggio a scatto del bario, solo
ad una pressione di riempimento da parte del contrasto, tale
da superare la resistenza data dall'ipertono dello SEI; per
tale ragione ai radiogrammi ripetuti sarà possibile evidenziare
la presenza di un livello costante, rappresentante il punto
di equilibrio fra due forze opposte. Nell'acalasia vigorosa
si aggiungono a tali rilievi aspetti in parte sovrapponibile
al quadro patologico dello spasmo esofageo. Talora anche il
solo esame diretto in stazione eretta potrà evidenziare la
presenza di un livello idroaereo mediastinico, o la presenza
di una grossa immagine radiotrasparente, dovuta al megaesofago
contenente un'abbondante quantità di aria ingerita. Nella
sclerodermia o in altre forme di malattie infiltrative
a carico della parete esofagea, tutte responsabili delle cosiddette
discinesie ipotoniche diffuse, sarà osservabile un
esofago slargato con un profilo mucoso appiattito, una riduzione
della peristalsi, fino alla sua completa assenza, e una progressione
del bolo prevalente nella stazione eretta. L'evoluzione stenotica
del quadro descritto, sarà dipendente dalla specifica eziologia.
Per quanto riguarda la patologia diverticolare dell'esofago,
seconda per frequenza soloa quella del colon, possiamo distinguere
i diverticoli veridai diverticoli falsi, e in accordo col
meccanismo fisiopatologico con cui si formano, in diverticoli
da trazione e da pulsione. Il diverticolo di Zenker
è un tipico diverticolo da pulsione dovuto ad un'erniazione
della mucosa e della sottomucosa (diverticolo falso) attraverso
una zona di minore resistenza a livello del triangolo di Laimer.
Con l'esame con contrasto è possibile evidenziare nell'area
mediastinica superiore, la presenza di una più o meno grande
immagine di plus, prevalentemente in proiezione LL, che assume
un aspetto scciforme co convessità inferiore; tale immagine
si caratterizza per il parziale riempimento col bario, segno
di comuicazione con il lume dell'esofago, e per la secondaria
presenza di un livello costituito da ingesti ed aria. Il diverticolo
presenta un asse maggiore longitudinale ed un colletto sottile
di lunghezza variabile. Una manovra diagnostica può essere
rappresentata dalla semplice deglutizione, che dimostra il
parziale svutamento del diverticolo per il sollevamento della
sacco verso l'alto; nel tempo, per il verificarsi del progressivo
sfiancamento del sacco erniato, le dimensioni possono aumentare
con sviluppo di effetto massa, dimostrabile all'indagine radiologica.
I diverticoli toracici, la cui iniziale patogenesi
è rappresentata da un meccanismo di trazione ma il cui progressivo
sviluppo è imputabile alla pulsione derivata dall'aumento
di pressione endoluminale cui segue una atrofia delle fibre
elastiche parietali, si localizzano ad un esofagogramma convenzionale,
più frequetemente a livello epibronchiale ed assumono l'aspetto
di una piccola tasca rotoneggiante, riempita dal bario ed
in comunicazione con l'esofago tramite un ampio colletto.
I diverticoli epifrenici sono prodotti da una meccanismo
di pulsione e sono in genere legati ad un'incoordinazione
motoria tra corpo e vestibolo esofageo; presentano una rapida
evoluzione, con un aspetto simile ad un'ernia jatale, ma a
contorni più definiti e regolari, e senza il disegno mucoso
di tipo gastrico. Le ernie dello jatus esofageo sono distinte
in ernie da scivolamento, ernie paraesofagee e ernie da esofago
corto, in accordo fondamentalmente alle tipologie di Åckerlund,
in base soprattutto al meccanismo con cui si sviluppano, inoltre
tale classificazione permette di comprendere la nuova posizione
topografica assunta dall'esofago rispetto alla giunzione esofago-gastrica
e la probabilità dell'associazione al quadro clinico di un
reflusso gastro-esofageo.
Le ernie da scivolamento rappresentano la maggioranza
delle ernie jatali e l'esame con pasto baritato in loro presenza
potrà dimostrare la risalita assiale del cardias e di parte
dello stomaco attraverso la jatus, sarà talora evidenziabile
anche la riduzione dell'angolo di His che rappresenta un valido
contributo al sistema antireflusso. Usando posizioni caratteristiche
come quella di Trendelemburg o l'atteggiamento inspiratorio
o la compressione dosata con cuscinetto potranno risaltare
alcuni reperti caratteristici, quali un aumento di ampiezza
dello jatus stesso; la presenza di una tasca erniaria, nel
cui contesto sono presenti delle pliche in continuità con
lo stomaco; risalita della giunzione esofago-gastrica sopra
il diaframma; flessuosità dell'esofago terminale; anello di
Schatzki B sopradiaframmatico. Caratteristico risulterà, inoltre
il segno della riducibilità in stazione eretta.
Le ernie paraesofagee presentano come caratteri differenziali
rispetto alle altre: la conservazione dell'angolo di His,
da cui la minor frequenza dell'associazione con il reflusso;
tasca erniaria data dal fondo dello stomaco posta lateralmente
all'esofago; frequente irriducibilità dell'ernia in stazione
eretta.
Le ernie da esofago corto, meno frequenti, sono frequentemente
associate a reflusso ed esofagite di cui probabilmente costituiscono
un esito. Si caratterizzano per la presenza di un esofago
accorciato e ristretto nella prozione distale ove sarà apprezzabile
la tasca erniaria.
Una patologia molto importante e in frequenza crescente
negli ultimi decenni, è l'esofagite da
reflusso gastro-esofageo. La radioscopia ne permette
spesso la dimostrazione in epoca precoce, pur tuttavia essendo
gravata da un'alta percentuale di falsi negativi e positivi;
la radiografia con contrasto in fase precoce ha importanza
soprattutto per la dimostrazione delle eventuali anomalie
anatomiche presenti a livello della giunzione esofago-gastrica,
ad esempio di un'ernia jatale, come fattori favorenti il reflusso.
In realtà la patologia da reflusso si avvale di altre metodiche
di scelta, quali la ph-metria esofagea delle 24 ore o la Esofagoscopia.
Nelle fasi più avanzate di malattia, al contrario, l'esofagogramma
con doppio mezzo di contrasto, può risultare una tecnica molto
affidabile nella dimostrazione delle tipiche pseudomembrane
delle erosioni che appariranno come alterazioni dell'immagine
di riempimento del viscere (difetti di riempimento sfumati
e immagini di plus). Lo sviluppo di eventuali complicanze
quali la stenosi cicatriziale, il brachiesofago e l'ulcera
peptica (eventualmente causata da isolotti di mucosa gastrica
eterotopica di Barrett) sarà pure facilmente individuabile.
Un'importante complicanza dell'ipertensione portale è rappresentata
dalle varici esofagee. Con l'impiego dell'esame con
contrasto, e ancor di più con il doppio contrasto eseguiti
prima in stazione eretta e poi in decubito prono, esse saranno
facilmente dimostrabili, come dei piccoli cordoni serpiginosi
o come difetti di forma nodulare, ravvicinati con il quadro
caratteristico del "legno tarlato"; coesistono inoltre un'ipotonia
dell'esofago e una riduzione della clearance del mezzo di
contrasto.
La patologia neoplastica benigna, costituita per la
maggior parte da leiomiomi e
meno frequentemente da rabdomiomi, angiomi, fibromi, lipomi,
e altri tumori connettivali, si avvale dello studio radiografico
con mezzo di contrasto, che in alcuni casi si rivela un'indagine
altamente specifica. L'aspetto tipico di tutte queste neoplasie
è quello di un difetto di riempimento a limiti netti e margini
regolari, in posizione centrale o eccentrica e in alcuni casi
a sviluppo concentrico stenosante; in particolare il leiomioma
può apparire come un difetto liscio, concavo ed angoli acuti
in corrispondenza della zona di confine con la parete intatta,
con possibilità di calcificazioni nel contesto della neoplasia.
La motilità esofagea appare conservata, mentre può essere
presente una dilatazione del lume viscerale a monte della
lesione. La percentuale maggiore di neoplasie maligne dell'esofago
è data dal carcinoma squamocellulare e dall'adenocarcinoma.
Per comprendere l'utilità della radiologia nello studio di
queste malattie, del loro decorso e delle loro complicanze
occorre ricordare l'elevata tendenza dei tumori maligni di
questa sede ad invadere la parete dall'organo non solo in
senso trasversale ma anche in senso longitudinale, soprattutto
in direzione prossimale; altra caratteristica importante è
quella della alta probabilità di invasione delle strutture
locoregionali, essenzialmente mediastiniche e la precoce metastatizzazione
linfonodale. La radiografia ha assunto in alcuni paesi ad
alta incidenza il ruolo di indagine importante nello screening
delle popolazioni considerate a rischio maggiore di sviluppo
di cancro esofageo; ciò allo scopo di effettuare la diagnosi
in fase precoce "predisfagica", migliorando ovviamente la
prognosi dei pazienti. Certamente anche nel nostro paese lo
studio dell'apparato digerente superiore, effettuato per qualsiasi
causa ha rappresentato sempre e ancora rappresenta un'indagine
di screening, se corredato da un attento studio esofageo mirato.
La variabilità dell'istopatologia di tali neoplasie si ritrova
anche nell'aspetto radiografico che tuttavia, può essere ricondotto
a tre fondamentali tipi di crescita: polipoide, anulare, stenosante.
L'aspetto polipoide è caratterizzato dalla presenza
una formazione di morfologia irregolare, identificabile come
un difetto di riempimento a margini irregolari o sfumati che
protrude nel lume esofageo, la parete esofagea circostante
eventualmente infiltrata, risulta ispessita, rigida e con
fenomeni di trazione verso l'interno. Il restringimento del
lume è eccentrico, dato il tipo di crescita di questa patologia,
può essere invece presente un certo grado di dilatazione a
monte.
L'aspetto anulare è caratterizzato dall'interessamento
completo del lume. E' presente un restringimento concentrico
del lume, delimitato da una parete rigida a limiti irregolari,
il cui limite con la mucosa sana è spesso segnato da una tipica
immagine "a scalino". E' presente anche in questo caso una
dilatazione a monte del tratto interessato, più marcata rispetto
alle forme polipoidi.
Le forme stenosanti si caratterizzano per un restringimento
molto evidente del lume esofageo, dovuto all'interessamento
della parete del viscere per tratti anche molto estesi. L'aspetto
radiografico può essere in parte paragonabile a quello di
una patologia infiammatoria più o meno imponente, con immagini
a tipici margini indefiniti e limiti irregolari. Per quanto
la radiografia con contrasto risulti molto utile nella diagnosi
anche precoce dei carcinomi esofagei e nella dimostrazione
dello sviluppo extraesofageo, la stadiazione di questa neoplasia
deve essere completata da altre indagini, quali la TC o la
RMN che permettono la dimostrazione dei rapporti anatomici
con i visceri circostanti e l'eventuale presenza di metastasi
a distanza; l'ecografia transesofagea che consente la precisa
definizione dell'interessamento parietale e linfonodale locoregionale;
e l'importantissima biopsia endoscopica diagnostica. Anche
quelle entità nosologiche definite come early esophageal cancer e come carcinoma superficiale
possono manifestarsi con aspetto protrudente, superficiale
e depressa; la diagnosi radiologica può essere però solo di
sospetto per le forme protrudenti e quelle depresse-ulcerate,
scarsamente attendibile per quelle superficiali.