TROVATO SU: http://www.esofago.it
Definizione
Il cancro dell'esofago si classifica al IV
posto tra le neoplasie maligne nei paesi in via di sviluppo
ed al XV nei paesi sviluppati, è una neoplasia ancora altamente
letale anche se nuove modalità di trattamento ne hanno migliorato
i tassi di sopravvivenza.
Epidemiologia
La più alta incidenza e tassi di mortalità
si trovano nella cosi detta "fascia asiatica ", che copre
una vasta zona che va dalla Russia europea e dalla Turchia
alla Cina orientale. In Italia il tasso più alto di incidenza
è nel Nord Est e Friuli Venezia Giulia; come per molti tumori
epiteliali l'età di incidenza aumenta rapidamente con l'età
con predominanza del sesso maschile. L'alcool il tabacco e
una alimentazione carenziata sono responsabili in definitiva
della maggior parte dei cancri esofagei e quindi interventi
appropriati su questi fattori di rischio dovrebbero ridurre
l'incidenza della malattia. Secondo diversi studi epidemiologici
tra il 1976 è 1987 è stato evidenziato un incremento annuo
nei maschi di adenocarcinoma dell'esofago e del cardias che
varia dal 4% al 10%, mentre il carcinoma squamoso dell'esofago
mantiene i suoi tassi. Per la capacità terapeutica ancora
oggi scarsa, e per il manifestarsi tardivo della sintomatologia
è necessario per arrivare a percentuali di guarigione maggiori
la messa a punto di strategie di "screening" che permettano
di individuare la neoplasia in fase pre-clinica, è noto infatti
che in questa fase si possono ottenere sopravvivenze a 5 anni
fino al 90%. Screening, per ciò che riguarda l'adenocarcinoma
esofageo, le sue possibilità di screening si identificano
con i programmi di sorveglianza della metaplasia di Barret
(collegamento). Per quanto riguarda il carcinoma squamoso,
una efficace politica di screening può essere impostata solo
nelle aree geografiche ad alto rischio, nei paesi occidentali
in genere l'incidenza del cancro dell'esofago è troppo bassa
per giustificare degli screening di massa.
Sintomatologia
Il sintomo tipico è la disfagia, essa si verifica
quando c'è una riduzione di almeno il 50%-75% del lume esofageo
ed un coinvolgimento di circa 2/3 della sua circonferenza.
Purtroppo la presenza di disfagia indica che la malattia è
giunta ad uno stadio di incurabilità, essendo a quel punto
presente un coinvolgimento esteso dell'esofago e delle strutture
circostanti in più del 90% dei casi. La maggior parte dei
pazienti giunge dal medico dopo 2-4 mesi dalla comparsa della
prima sintomatologia. La disfagia che si accentua progressivamente
si manifesta prima per i cibi solidi poi anche per i cibi
liquidi, si accompagna spesso a calo ponderale di circa 10
KG dalla comparsa dei sintomi alla presentazione clinica.
Altro sintomo comune è l'odinofagia, un dolore retrosternale
persistente non correlato con la deglutizione e l'insorgenza
di singhiozzo improvviso spesso di significato infausto perché
indica il coinvolgimento del mediastino o del diaframma. Può
inoltre comparire raucedine sia per il coinvolgimento neoplastico
del nervo ricorrente che per aspirazione cronica.
Diagnosi
L'esame radiologico già in fase precoce con
una indagine a doppio contrasto può presentarsi come piccole
lesioni polipoidi, rilevatezze a placca, irregolarità focali
della parete o lesioni a diffusione superficiale. I tumori
in fase avanzata possono manifestarsi già ad una radiografia
del torace con uno slargamento del mediastino, un dislocamento
anteriore della trachea, un ispessimento dello spazio retrotracheale
o dilatazione dell'esofago a monte. Gli studi con contrasto
baritato possono mostrare una lesione infiltrante, polipoide,
ulcerata. Il quadro tipico è quello di un restringimento irregolare
del lume esofageo con nodularità mucose, ulcerazioni e con
bordi prossimali e distali "a scalino". La valutazione
endoscopica è indispensabile nell'inquadramento diagnostico
nella maggioranza dei casi, infatti ad una sintomatologia
positiva corrisponde una lesione endoscopica di entità da
moderata a grave con carattere stenosante o vegetante, spesso
con area centrale ulcerata. Oltre alla valutazione diretta
l'endoscopia consente valutazioni citologiche ed istologiche
attraverso prelievi mirati sulla lesione o attraverso "Brushing"
della mucosa. La TAC resta oggi esame complementare all'endoscopia
alla radiografia e all'eco-endoscopia nella valutazione pre-terapeutica
della malattia, la sua funzione più importante è quella di
individuare metastasi a distanza in organi come il fegato,
i polmoni, le ghiandole surrenali. È l'ecoendoscopia, l'esame
oggi più accurato nella diagnosi del carcinoma esofageo e
rappresenta il progresso più significativo in endoscopia digestiva,
permettendo di visualizzare la parete delle vie digestive
e strutture immediatamente circostanti. La sua indicazione
principale consiste nella stadiazione locoregionale dei tumori
esofagei, definendo con precisione lo stadio del tumore e
conseguentemente per scegliere il trattamento più appropriato,
dimostrando ove possibile la resecabilità del tumore.
Terapia
La maggior parte dei pazienti al momento della diagnosi è in uno stato avanzato di malattia e perciò l'obbiettivo della terapia è la sola palliazione dei sintomi. Il sintomo certamente più invalidante per il paziente rimane la disfagia ed il suo trattamento consente almeno un beneficio sul piano nutrizionale. È quindi la dilatazione esofagea la terapia oggi attuata in tutti i centri endoscopici, con dilatatori progressivi, di calibro crescente e dilatatori pneumatici a palloncino, che consentono di ottenere una dilatazione fino a 20mm anche se con possibili complicanze come rischio di perforazione e recidiva della stenosi. Protesi sono utilizzate sia di tipo rigido che di tipo metallico, vengono posizionate sotto controllo endoscopico e radiologico sono efficaci nel permettere il controllo duraturo della disfagia nei pazienti con tumori dell'esofago e nel trattamento delle fistole esofago-respiratorie possono portare a complicanze come perforazioni, dislocamento, ostruzione del lume esofageo. La resezione chirurgica rappresenta il trattamento di scelta per le neoplasie resecabili dell'esofago quando è possibile eseguire una resezione completa del tumore primitivo e dei linfonodi locoregionali ed il rischio operatorio è accettabile. Note di tecnica chirurgica: l'approccio al carcinoma dell'esofago dipende da diversi fattori, tra i quali i più importanti sono la localizzazione anatomica del tumore e le sedi delle anastomosi previste. Hanno inoltre importanza il metodo di ricostruzione, eventuali precedenti interventi chirurgici subiti dal paziente, la costituzione del paziente e stesso e l'esperienza dell'operatore. Per le lesioni del terzo inferiore dell'esofago, solitamente una toracotomia sinistra od un approccio combinato toraco-addominale sono indicate per anastomosi da effettuarsi al di sotto dell'arco aortico. Tumori del terzo medio sono quasi sempre aggredibili con una toracotomia destra, mentre una laparotomia separata viene eseguita per mobilizzare lo stomaco. Le lesioni del terzo superiore dell'esofago, localizzate al di sopra dell'arco aortico od al livello dell'ingresso toracico, costituiscono un problema particolare, mentre il trattamento delle neoplasie dell'esofago cervicale non è standardizzato. In linea generale, l'approccio alle lesioni maligne dell'esofago, prendendo in considerazione la distanza tra il margine superiore del tumore e l'arcata dentaria, è stato standardizzato da "Gatzinsky et al." che suggerisce una toracotomia sinistra per una distanza di 38 cm od oltre, toracotomia destra per distanze tra i 28 e 38 cm, solitamente con l'esecuzione di una anastomosi intratoracica, una toracotomia destra con una esofagectomia totale ed anastomosi cervicale per distanze inferiori a 28 cm. Attualmente, la tecnica adottata dalla maggior parte dei gruppi chirurgici che si occupa di chirurgia dell'esofago prevede la laparotomia, la quale oltre a mobilizzare lo stomaco serve ad escludere possibili metastasi epatiche misconosciute che inficerebbero la prosecuzione dell'intervento, seguita dalla chiusura dell'addome, dalla sistemazione del paziente in decubito laterale sinistro e dalla toracotomia destra in quinto spazio intercostale.